Tutti contro Motta, ma va fatta una riflessione più ampia

In questi giorni Thiago Motta è indiscutibilmente il bersaglio numero uno di tifosi bianconeri e una buona fetta della stampa. Sono rimasti molto pochi quelli che darebbero ancora una chance al tecnico italo-brasiliano sulla panchina della Juventus e molto lo difendono meramente per il tifo sfrenato che fanno per le proprie idee, che vengono prima di ogni riscontro con la realtà. Chi scrive è e sarà sempre un estimatore del Motta tecnico e avevo talmente tante speranze nel progetto da lui diretto che pochi giorni dopo l’inizio del suo lavoro alla Continassa ho scommesso sulla Juve vincitrice della Champions League.
Una scommessa è una scommessa, ovviamente, una speranza fondata sulle proprie conoscenze e sulle aspettative verso sportivi e club. Ad oggi possiamo dire che il progetto Thiago Motta fin qui non ha funzionato, ma non solo nelle ultime due settimane, come dicono in tanti, compreso il Football Director della Juventus. Sono molto deluso, perché solitamente a grandi aspettative corrispondono grandi delusioni se poi non arrivano i risultati. E se l’ex tecnico del Bologna oggi è il bersaglio di una sorta di tiro al piccione è anche perché molti sono stati portatori tutt’altro che sani di narrazioni fuori da ogni realtà.
Da scarsi conoscitori di Motta, del suo calcio e di questo sport in generale, troppi addetti ai lavori hanno portato a spasso grandi fette di tifosi con racconti distorti sia sul precedente corso bianconero, sia su quello che sarebbe stato. La frase più banale che abbiamo ascoltato ripetuta come un mantra è “basterebbe un allenatore”. Oggi a quanto pare nemmeno Motta è “un allenatore”. Che strano. “Basterebbe avere un gioco moderno”, dicevano, ora sostengono che la squadra è crollata dopo l’assenza di Bremer. Ma il gioco non serviva a compensare anche le assenze più pesanti? Ora improvvisamente si ricordano che servono i giocatori forti a prescindere? La verità è che quando inizia un nuovo corso, non bisogna di certo aspettarsi che Vlahovic faccia 90 gol in una stagione, né che gli asini mettano le ali e comincino a volare. Per questo motivo non ho mai pensato a una Juve in lotta per il titolo, ma almeno stabilmente tra le prime quattro e in carrozza nella prossima Champions League onestamente lo aspettavo.
Invece, anche quando le cose sono andate mediamente bene, ho sempre percepito segnali di allarme (grazie a chi me lo sta riconoscendo ora, sia pubblicamente sia privatamente). Per deformazione professionale, quando le cose vanno bene vado alla ricerca di quello che non funziona, per individuare punti migliorabili. Allo stesso tempo, nei momenti negativi, si cercano gli aspetti che vanno salvati. Per tornare all’attualità, la delusione deriva più che altro dal fatto che Motta non è mai riuscito a “prendersi” la Juventus, a fare presa con il suo credo tecnico-tattico e anche gestionale su almeno la maggior parte del gruppo e dell’ambiente. Nemmeno nelle settimane delle 5 vittorie consecutive si è avuta questa sensazione e di solito questo aspetto alla Vecchia Signora conta tantissimo (chiedere a Pirlo e Sarri).
È per questo che fa specie che perfino Cristiano Giuntoli dica che si cercherà di capire cosa sia successo nelle ultime due settimane. Semplicemente, tutti quei segnali che si sono avuti per mesi sono letteralmente esplosi nelle ultime gare, quando la squadra è definitivamente crollata perdendo anche quelle poche certezze che aveva acquisito nei mesi. Quando tutti questi segnali negativi venivano percepiti anche dall’esterno, dov’era il ds della Juve? La domanda evidentemente non me la sto ponendo solo io se tutti, capo dell’area tecnica compreso, sono finiti sotto osservazione della proprietà in questo finale di stagione. Thiago Motta si sta prendendo il peggio della contestazione, ma l’allenatore non è l’unico colpevole e non è nemmeno il primo.
Giusto, dunque, che tutti finiscano nel mirino della critica,ma guai a gettare tutto nell’indifferenziata al termine di questa stagione sportiva. I giocatori sono quelli che scendono in campo, l'allenatore è quello che li allena, il ds è quello che li sceglie e il proprietario è quello che sceglie il ds... Anche se una stagione come questa non dà molte indicazioni, a bocce ferme la Juve dovrà valutare bene cosa si potrà salvare e cosa invece andrà inevitabilmente cambiato.
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