Juve e la sensazione di caos calmo: Motta tra ultimo treno e ore contate

La Juve ha l'obiettivo imprescindibile di qualificarsi per la prossima Champions League, ma negli ultimi giorni l'argomento principe è Motta. Anche questo certifica un'anomalia rispetto alla storia bianconera. Di questi tempi si parlava di scudetto, comunque sia di campo. Gli spifferi societari sono per la permanenza fino a giugno. In realtà sarebbe un'intenzione. Condizionale d'obbligo perché la realtà sembra diversa e pare vada nella direzione opposta. L'ipotesi esonero resta viva, con un traghettatore pronto a guidare la squadra fino al termine della stagione. I tre giorni di riposo accordati al gruppo (diversi giocatori sono nelle rispettive Nazionali) rappresentano un indizio e la decisione potrebbe essere presa prima della sfida contro il Genoa. Forse già in giornata, in occasione del vertice tra Elkann, Ferrero e Scanavino, dubbi sulla presenza di Giuntoli. Incontro programmato da tempo, in agenda ci saranno temi di natura finanziaria a livello aziendale. Inevitabilmente si discuterà anche del momento difficile della squadra e di quale potrebbe essere la decisione migliore sull'allenatore. Il futuro passa dai risultati.
Nelle ultime ore è tornato prepotentemente alla ribalta il nome di Tudor come salvatore, pardon traghettatore della Juve. Doppia opzione. Possibile permanenza fino al Mondiale per club per poi dare spazio ad un allenatore in grado di ricostruire veramente, magari in questo momento occupato: la mente va ad uno tra Conte e Gasperini. Oppure conferma anche per la prossima stagione, magari legata alla qualificazione. Dunque Motta via subito o Genoa ultima chiamata? Vedremo. Nella mattinata di ieri si era diffusa la notizia di Mancini in attesa di news, a Milano, in un albergo pagato dalla Juve. Come detto, la società ha smentito, ribadendo di voler proseguire con Thiago. Ma il nome di Tudor nel tardo pomeriggio ha preso il sopravvento. Mantenere lo status quo resta rischioso, visto lo scollamento tra l'attuale tecnico e la squadra. Il calendario della Juve peraltro non è facile: basti pensare alle trasferte in casa di Roma, Bologna e Lazio, le tre rivali nella corsa alla Coppa più prestigiosa. Nessuno avrebbe mai immaginato una situazione simile, a 9 giornate dalla fine del campionato. I presupposti ad inizio stagione erano ben diversi: nuovo progetto con il migliore allenatore emergente, cambio di filosofia calcistica e la speranza di lottare per lo scudetto. Nulla di tutto questo. Si è passati dal possibile rinascimento al caos, apparentemente calmo. Sotto questo aspetto è lecito parlare di fallimento.
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