Cronaca di un fallimento ( non ) annunciato. Ecco perchè hanno perso tutti. Tudor uomo Juve per salvare la stagione

Cronaca di un fallimento ( non ) annunciato. Ecco perchè hanno perso tutti. Tudor uomo Juve per salvare la stagione  TUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 15:40Editoriale
di Alessandro Santarelli

Quando un progetto triennale salta per aria dopo appena 8 mesi non ci sono altri termini per definirlo: è stato un fallimento. Un fallimento sotto tutti i punti di vista, in campo dove parlano chiaro i risultati ma anche fuori e lo testimonia il gelido addio di Motta con la squadra. Mettiamo subito in evidenza un aspetto. Non ha perso solo Motta, ma abbiamo perso tutti, dai dirigenti, anzi dal dirigente che lo ha scelto, dalla squadra che lo ha mollato fino a  noi addetti ai lavori e tifosi che vediamo resettare per l’ennesima volta tutto con un nuovo punto a capo. Ha perso una filosofia, o un’ideologia se vi piace di più che non si può applicare alla Juventus, ha perso il concetto del Noi che è stato messo in un angolo a favore dell’Io, ha perso un allenatore che forse non si è mai calato fino in fondo in una realtà dove gli esperimenti hanno una data di scadenza e dove la vittoria non deve essere un’ossessione ma una ricerca continua e costante. Ha perso un allenatore che si è incaponito e incartocciato sulle proprie idee, dialogando poco con chi la vedeva diversamente mettendo in un angolo o addirittura fuori dal progetto chi la vedeva, legittimamente in maniera diversa. Ha perso un allenatore che si è dimostrato poco empatico nei confronti del gruppo, che non lo ha evidentemente mai capito fino in fondo.

Ha perso un dirigente Giuntoli, al quale non si può rimproverare l’impegno e le energie messe per costruire la squadra, ma che ha sottovalutato la rivoluzione che ha voluto fare tutta assieme. Fuori senatori e giocatori troppo legati con il passato, fuori chi forse conosceva troppo la Juventus. Ha perso un direttore, che dopo l’eliminazione con l’ Empoli ( che seguiva di una settimana quella dalla Champions) poteva e doveva intervenire e non aspettare l’irreparabile, trovando poi addirittura la forza di confermare Motta dopo il disastro di Firenze. Salvo poi smentire se stesso appena qualche giorno dopo con l’inevitabile esonero. Ha perso un dirigente che ha lasciato scorrere troppa acqua, anche quando il livello stava divenendo molto alto e troppo difficile poi da abbassare. Eppure certi segnali che arrivavano dallo spogliatoio, e ahinoi dal campo erano molto ma molto chiari.

Ha perso tutto l’ambiente illuso e poi deluso da una Juventus che in una sola stagione ha visto e subito umiliazioni che non merita. Gli ultimi due schiaffi tra Atalanta e Fiorentina sono stati spettacoli indecorosi, come la passività della squadra incapace di abbozzare un minimo di reazione se non altro di puro orgoglio.

Tutto questo fa parte ormai del passato, fa male certo, ma urge cambiare subito pagina. La prima cosa da fare è dire grazie a Tudur, juventino vero ancor prima che allenatore, che ha accettato la proposta senza garanzie per il futuro ben sapendo che forse sarà solo un traghettatore. L’ha accettata con uno spirito di servizio encomiabile, magari sapendo pure che una parte di società avrebbe fatto un’altra scelta.

Ma Igor è uomo di Juve, e siamo sicuri,  che trasmetterà quello spirito guerriero e juventino che latita da almeno 8 mesi. Ovvio, serviranno anche i risultati, perché il quarto posto è un traguardo fondamentale per andare avanti nel processo di ricostruzione soprattutto perché dovrà portare quelle finanze che altrimenti dovranno essere trovate altrove.

Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, se ci saranno altri ribaltoni in società, ma di certo ci auguriamo che gli errori di questa stagione abbiano insegnato qualcosa a chi dovrà rimboccarsi le maniche a giugno e rimettere in moto la macchina. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico, anzi non è da Juve. Perché la Juventus non è da tutti e non tutti sono adatti alla Juventus….Le categorie, le benedette categorie….