Juve Inter, per una volta da outsider, ma non ditelo a Marotta e Inzaghi..E non poteva mancare il solito Moratti, ripetitivo e noioso!
E’ strano pensare di arrivare al cosi detto derby d’Italia per una volta con il ruolo di outsider. Si strano, perché la storia racconta altro, perché la tradizione è dalla parte della Juventus, perché i rapporti di forza sono stati sempre abbastanza ben definiti. Per provare a stravolgerli c’è voluta la farsa del 2006, quella pietosa storia che ogni anno alla vigilia della partita qualcuno torna a tirare fuori con la solita patetica e inutile intervista al signor Moratti. Detto che ormai è un disco rotto, stucchevole e tuttosommato ridicolo, capiamo però anche lo sfogo di Luciano Moggi, che ai microfoni di Radiobianconera ha detto basta, basta rispetto allo storielle raccontate dall’ex presidente, basta con certe litanie e alle quali ormai crede soltanto lo stesso Moratti e il tifoso della squadra di Milano.
Dicevamo del ruolo di outsider, che non deve essere però confuso con quello di vittima sacrificale. Hanno la rosa più forte, vero, più profonda e meglio assortita, ma la banda di ragazzi che domenica sera li affronterà dovrà giocare con il coltello tra i denti, spinti dallo stadio e dal pubblico tornato finalmente caldo come una volta. Con buona pace di Marotta e Inzaghi, saranno loro quelli che avranno più da perdere, perché nonostante una situazione societaria al limite, a proposito che fine ha fatto il signor Zhang?, da anni investono e spendono per costruire la squadra da scudetto. Si, caro Beppe Marotta da scudetto, quello che clamorosamente da tre anni la squadra di Milano non riesce a vincere. Nel momento di crisi della Juventus infatti, dopo l’addio milanese di Antonio Conte , si sono infilate il Milan prima e il Napoli poi, lasciando quelli del biscione a bocca asciutta. Sono arrivate Coppe Italia e Supercoppe, ma niente bersaglio grosso. Dunque mai come quest’anno si ritrovano con l’obbligo del tricolore, eppure dietro di loro una squadra con mille problemi, con due centrocampisti fuori per motivi extra calcio, con un attacco che non segna da un mese e con alcuni giovani promossi nel ruolo di titolari, incalza e preme.
La sfida dello stadium si porterà dietro tante insidie e tanti interrogativi. Il rientro dalle nazionali, che vale esattamente per entrambe le squadre, gli infortuni, la forma dei big da testare e ritrovare, soprattutto in casa bianconera. Allegri si dovrà inventare un centrocampo, l’assenza di Locatelli pare certa, mentre Inzaghi dovrà costruire una difesa inedita. Ci sono partite però dove le motivazioni e la voglia possono valere più di un modulo. Certo, stuzzica e non poco l’idea di vedere una Juventus a trazione anteriore, magari con un bel tridente, ma al di fuori delle suggestioni, un centrocampo con defezioni importanti, perché anche Miretti non sarà al meglio, potrebbe supportare Chiesa e Kean esterni offensivi e Vlahovic ( o Milik) riferimento centrale? Vedremo come si svilupperà la settimana ma tornare a vivere vigilie cosi importanti è già un ottimo risultato, alla luce di quanto non visto negli ultimi due anni.
Una cosa però va sottolineata. Anche in un momento positivo, bastano due prove in nazionale di Chiesa e Yldiz per tornare al solito refrain, alla solita divisione tra anti e pro. Tutto quello che non serve alla Juve, viceversa almeno alla vigilia del derby d’Italia un ambiente compatto e caldo sarebbe la situazione migliore per accompagnarci alla gara. Allegri ha le sue responsabilità, come tutti gli allenatori, ma cominciamo anche a guardare agli stessi calciatori. Il discorso non vale per il baby turco, che ha già fatto vedere le sue qualità e sul quale Allegri ha più di una volta speso parole al miele. Federico invece deve, dare continuità alle sue prestazioni con la maglia bianconera. La posizione in campo è certamente importante, ma alcuni gol mancati, penso anche alla sfida con il Cagliari, gridano ancora vendetta. La Juve ha bisogno del miglior Chiesa, soprattutto in questo momento. Ha bisogno di un giocatore che possa fare la differenza, che vada diretto nei contrasti e che giochi con il sangue agli occhi. Sappiamo che lo farà, ma adesso è arrivato il momento di gettare la maschera. Si proprio ora, si proprio domenica sera.
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