Il fallimento di Motta, gli errori di Giuntoli e i punti da dove la Juventus deve ripartire

Con l'esonero di Motta e l'arrivo di Tudor si traccia una linea sulla stagione. Sarà importante centrare il quarto posto per salvare il salvabile di una stagione disastrosa e già naufragata e, soprattutto, per avere l'opportunità di ricominciare (ancora una volta) presenti anche sullo scenario della Champions per una questione di prestigio, vendibilità ed economica. Ma su questa stagione la linea è stata tracciata, Tudor è una toppa che servirà a poco se non a ritrasmettere quantomeno un po' di juventinità perduta. Il progetto Giuntoli-Motta è fallito sotto ogni punto di vista: distrutte le fondamenta e costruito su basi d'argilla che hanno fatto crollare la fatiscente struttura messa in piedi. Si salva il valore tecnico di alcuni giocatori, in ogni caso sopravvalutati sul mercato, e la potenzialità di una rosa su cui bisognerà lavorare con competenza e dna Juve.
Termina con enorme e inaspettato anticipo l'era Motta: un consiglio non richiesto all'allenatore è quello di smussare in futuro il suo carattere spigoloso che ha minato sin da subito uno spogliatoio che gli si è rivoltato contro contribuendo alla disfatta su tutti i fronti di una stagione da dimenticare. Consiglio, sempre non richiesto, valido anche per tutti coloro i quali scenderanno in campo con la maglia della Juventus che va onorata e sudata sempre a prescindere dalle difficoltà e dall'allenatore. Con Tudor il senso di appartenenza e il sacrificio verranno rispolverati e si tornerà quantomeno a remare tutti dalla stessa parte, un'ultima possibilità per salvare la faccia prima di un nuovo anno zero.
Da dove si ripartirà il prossimo anno? Difficile, ad oggi, dirlo. Di certo ci sarà un nuovo progetto tecnico affidato ad un nuovo allenatore (il quarto in tre anni) che non potrà sbagliare così come non potrà più sbagliare la società a sceglierlo, motivo per il quale il futuro stesso di Giuntoli potrebbe essere in discussione, ci saranno presumibilmente attente riflessioni sempre che non siano state già fatte e non ci sia già un piano industriale pronto per l'ennesimo rilancio della Juventus.
Ora la palla passa, nel senso letterario del termine, a Tudor che ha una voglia matta di dimostrare il suo valore messo in secondo piano ai tempi di Pirlo allenatore e che possa mettere in difficoltà le valutazioni future della società. Certo, visto che la decisione era inevitabile, anticipare l'esonero di Motta il giorno dopo lo sciagurato Fiorentina-Juventus avrebbe permesso al tecnico croato di lavorare una settimana in più con la squadra ma tant'è. Ora torna a parlare il campo mentre dietro le scrivanie della Continassa si lavorerà al futuro.

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