Esclusiva BN- Inchiesta curva silenziosa: I tanti interrogativi nella lettera di un tifoso deluso
Sono parole forti, accorate, quelle che ci scrive Nino, tifoso della Juve, ancora più nette dal momento che non arrivano da un appartenente al modo ultras
“Da oltre due anni, grida metaforicamente Nino, ho perso la passione e le emozioni a causa della “ messa al bando” del movimento ultras juventino. Ciò che non capisco è il totale ostracismo nei confronti di migliaia di persone che amano la Juve. Per quale motivo criminalizzare tutti se il processo riguarda solo poche unità?”
“Gli striscioni, sottolinea Nino,le bandiere , le sciarpe, sono state sequestrate: ecco che senso ha oggi multare o diffidare un tifosi in base ad una maglietta o un cappellino? Perché vietare striscioni con nomi nuovi? Perché non possono entrare megafoni e tamburi, perché ridurre lo stadio ad un “mortorio”, perché togliere l’anima a noi tifosi sugli spalti e a chi segue la partita in Tv? Che senso ha costringere la squadra a giocare senza il supporto e il vantaggio del tifo?”
“La problematica dei biglietti, aggiunge Nino, è stata ormai risolta, dunque qual è adesso il problema? Insieme a tanti amici tifosi, con cui mi confronto ogni giorno, abbiamo deciso a malincuore che fino a quando non sarà risolta questa situazione, non andremo più allo stadio. Siamo tutti davvero sbigottiti e delusi”
“ I tesserati dei gruppi sono migliaia, e tutti sono stato criminalizzati: insomma è come se per un’unghia incarnita si amputasse una gamba. La Stadium ormai è diventato terra di conquista. Si dovrebbe oggi cercare di creare un “tavolo” per ricucire lo strappo, mettendo nero su bianco le regole da sottoscrivere tra tifosi e società. I tifosi che sbaglieranno pagheranno, ma non vedo perché la Juve debba essere privata dell’amore di chi l’ha sempre sostenuta. La società continua con questo atteggiamento di chiusura: ma perché? Ad oggi i problemi dei biglietti sono stati superati, dunque perché ancora questo ostracismo?”
“Vorrei capire, chiude la sua accorata lettera Nino, se tifare è un reato. Ricordo che una situazione che si era creata a Roma, tra le curve di Roma e Lazio e le società grazie ad una mediazione è stata risolta, e oggi allo stadio Olimpico il tifo è tornato. Perché non possiamo provarci anche noi?”
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