Ecco perché all'Allianz c'è più libertà per gli ospiti

Ecco perché all'Allianz c'è più libertà per gli ospitiTUTTOmercatoWEB.com
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venerdì 16 dicembre 2022, 12:00Curva Silenziosa
di Enrico Scarponi

Le immagini di uno Stadium diviso a metà, con il settore ospiti (come nel caso della sfida di Champions League contro il PSG) decisamente più libero di tifare e introdurre materiale di qualsiasi genere a differenze di ciò che è permesso nel resto dello stadio, ci hanno spinto a cercare di vederci chiaro. Siamo riusciti a contattare uno steward (che ha scelto l'anonimato) per capire come realmente funzionano i controlli al momento dell’ingresso. 

I tifosi della Juventus si chiedono come mai nel settore ospiti non ci siano le stesse limitazioni presenti nel resto della struttura... 

“Il servizio d'ordine e sicurezza pubblica è organizzato dalla Juventus, sotto direttive date dalla DIGOS di Torino che analizza, controlla e decide cosa deve entrare all’interno dello stadio. Per quanto riguarda il settore ospiti, invece, la DIGOS collabora con i colleghi territoriali della squadra in trasferta: se non ci sono segnalazioni i tifosi avversari possono entrare e con loro anche il materiale proibito nel resto dello stadio. 

Perché agli ospiti è permesso introdurre bandiere, striscioni e sciarpe offensive? 

“I tifosi in trasferta vengono controllati lontano dall’impianto e in maniera  superficiale. Una volta entrati nel loro settore, non ci sono più controlli. Se la DIGOS territoriale non invia alcuna limitazione ai colleghi di Torino, il materiale entra senza alcun problema”. 

Parliamo della Curva Sud: perché non vediamo più il tifo organizzato nel settore? 

“Purtroppo ci sono state inchieste e processi che rendono la DIGOS di Torino assolutamente intransigente con i gruppi organizzati: sono vietati all’interno simboli e materiale che possano ricordare alcuni tifosi. Striscioni, bandiere, sciarpe e felpe sono tutte vietate: inoltre non possono entrare materiale acustico come tamburi e megafoni”. 

Ci spieghi come funziona il vostro lavoro di filtraggio? 

“Quando arriva in curva uno striscione, lo apriamo e lo consegniamo al responsabile della DIGOS: a quel punto la decisione spetta solo ai funzionari di pubblica sicurezza. Per le sciarpe e felpe sono vietati, al momento, simboli diversi da quelli ufficiali e anche dove ci sono parole offensive verso determinati avversari (questa già in atto da molti anni)”. 

Come si posiziona la Juventus in questa situazione? 

“Durante le riunioni pre-gara la Società deve sottostare ad ogni decisione della Digos di Torino che gestisce l’ordine e la sicurezza pubblica: non ci sono deroghe alle loro decisioni. Ovviamente, anche in virtù dei processi in atto, il club non cerca di forzare la mano per aiutare i gruppi”. 

Qual è l’umore del tifo organizzato tu che li vivi da vicino? 

“I ragazzi della curva, in questo momento, sono molto tranquilli e ci creano pochi problemi: vorrebbero entrare con i loro materiali e sostenere la loro squadra come tutti i tifosi. Noi steward, purtroppo, dobbiamo rispettare le direttive che ci vengono assegnati: dico che ad oggi non siamo sereni e svolgiamo il nostro lavoro con molta ansia e preoccupazione”. 

Da queste parole possiamo pensare che anche il nuovo Cda difficilmente potrà invertire totalmente questa rotta: più plausibile pensare che si riuscirà a far rientrare il materiale acustico, ma è improbabile il ritorno di bandiere e striscioni di alcuni gruppi, fino alla fine del processo che vede imputati alcuni dei loro rappresentanti. La speranza è quella di tornare a vedere e sentire una curva che possa trascinare la squadra, soprattutto in questo momento difficile e particolare per i colori bianconeri.