Vincere aiuta a vincere - le contropagelle di Marco Sanfelici

Vincere aiuta a vincere - le contropagelle di Marco SanfeliciTUTTOmercatoWEB.com
Samuel Mbangula
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di Luca Cimini

Juventus-Psv Eindhoven 2-1

DI GREGORIO  5,5  Poco impegnato, ordinaria amministrazione, ma un goal sul proprio palo non lo deve prendere mai. Mai e poi mai. Viene tradito da un compagno occasionale come Kelly, ma deve solo coprire il suo palo e se la palla entra, la colpa è solo sua. Ai tempi di Szczesny si sarebbero aperti processi in 3 gradi di giudizio…

WEAH  6  Bloccato dalla tattica olandese che prevede una serie di scorribande lungo le fasce per allargare la difesa improvvisata della Juve. Fa una sola proiezione all’inizio del 2° tempo con un servizio al bacio a Mbangula che si vede respinto il pallone del 2 a 0 da un rinvio di Flamingo sulla linea di porta. Poi, tanta “pagnotta” da mangiare e occhi stravolti mentre esce a fine partita.

GATTI  7  Cuore da juventino, esempio di come si debba comportare un giocatore se indossa la sacra casacca. Mi ha ricordato Chiello del mi corazòn. La tecnica è nulla se non accompagnata dall’esaltazione ad essere nella storia della Juventus; anzi, un mediocre taglialegna al contrario, se accompagnato dal Sacro Fuoco, può diventare il trascinatore che si carica la squadra sulle spalle. Il Gattone porta di possesso la palla nell’area avversaria e poi la recupera e la apre per il tiro di McKennie che dà alla Juve il vantaggio. Ma il capolavoro sta nell’azione da kamikaze in mezzo a metà squadra avversa con apertura a Cico e rete di Mbangula. Della serie, dei fronzoli non me ne frega niente: voglio vincere, io!

RENATO VEIGA  6,5  Bel marcantonio preso in affitto fino a giugno. Magari se gioca sempre come stavolta, si potrebbe anche prendere in considerazione di aprire un mutuo, i tassi sono favorevoli. Gioca “semplice” senza orpelli e diavolerie, centrando l’efficacia nelle giocate, che è “tanta roba”. L’esultanza dopo la chiusura in area su Til sotto la curva sud gli spalanca la porta dell’elezione a beniamino degli ultras, che non è una cosa scontata.

KELLY 4,5  Sarà bene che qualche poliglotta della Continassa gli spieghi in che pianeta è sbarcato, perché sembra un escursionista improvvisato sul Plateau Rosa con le scarpette da centometrista. Ma costui sa difendere? Sa giocare con i compagni? Conosce il concetto di ‘marcatura’? Non c’è nemmeno bisogno dei posteri per sapere l’ardua sentenza. Disastro totale. E Perisic (oltre al prescritto telecronista di SKY) ringrazia vivamente.

LOCATELLI  5,5  Della serie: voglio uno del Genio Guastatori a fianco a me, mica un altro facitore di gioco. La coppia è Loca/Thuram, ma è troppo semplice da capire. L’arbitro lo grazia un paio di volte su interventi al limite e si vede che non gioca sereno e si guarda in giro per vedere dove si piazza il “finto biondo” do Brasil. Invece di far uscire l’altro, il mister fa uscire lui e la squadra perde le geometrie. Ma, vuoi mettere che goduria vincere con l’Handicap? (THURAM  S.V.  Geniale: come far giocare uno dei migliori da inizio stagione, senza farlo partecipare al gioco. Geniale…)

DOUGLAS LUIZ  5,5  Eh, ma ha un tocco di palla da grande giocatore… Peccato che per trovare altre doti si debba faticare le proverbiali sette camicie. Ogni sua giocata scaturisce da attimi di sistemazione in campo, finte, cambi di direzione e ammennicoli vari che fanno perdere tutte le volte da uno a due tempi di gioco. Calciatore imprevedibile mai. Ma ha un tocco di palla…

NICO GONZALEZ  5,5  Prende il pallone un paio di volte di testa, ma senza nulla di fatto. Praticamente la sua prestazione finisce qui. Gli abbiamo dato Kean e soldi a Commisso, l’ennesimo della storia recente del mercato in riva all’Arno.  (CONCEICAO  6,5  Come far lievitare il gioco sulla fascia destra a vista d’occhio. E come costringere i “dipendenti Philips” alle rincorse affannose. Il vantaggio definitivo scaturisce da un’accelerazione che termina con una palla dalla linea di fondo che taglia l’area e mette Benitez in difficoltà ancor prima di intervenire in modo goffo con la palla spedita sui piedi di Mbangula e goal. Basta poco in fondo)

McKENNIE  6,5  Schierato da trequartista e costretto al solito lavoro di centrocampo per assenza di  gente che fa legna in mezzo. Risultato che Kolo soffre di solitudine. Comunque staziona sulla trequarti quando Gatti gli serve un pallone al limite da buttare dentro e lui la butta dentro. Semplice, no? (KOOPMEINERS  5  Perchè obbligare un tuo giocatore a dover subire la gogna, mister? Si vede che è fuori condizione, fuori dagli schemi, fuori dal contesto. Farlo entrare è condannarlo al ludibrio. Perchè?)

YILDIZ  5  Cosa hanno fatto gli olandesini alla vigilia? Hanno studiato il turchetto e non gli concedono il minimo spazio. Prova e riprova ad andare via; poi entra nel campo per trovare prati liberi, allontandosi così dalla zona calda che lui frequenta. Costringe Motta a sostituirlo e non è una bella situazione. (MBANGULA  6,5  Per il goal importantissimo. Il resto è da pietra tombale, dato che non dà profondità e spesso perde palla sul primo contrasto. Ma segna il goal vittoria ed in fondo  conta solo questo)

KOLO MUANI   5  Ulula alla luna che splende nel cielo febbraiolo di Torino. Entra in azione forse 3 o 4 volte in 80 minuti, tanto il mister lo tiene in campo anche se è evidente che non è in serata e non gli arrivano palloni nemmeno con le minacce. Capita, ma dovrebbe uscire al 65° con la partita in bilico (VLAHOVIC  6  Gioca uno spezzone di gara, per volere del “piccolo chimico”. Entra “cazzuto”, battagliero, con la grinta del tipo di quella di Gatti, come se volesse far capire che il titolare è lui. Chissà, domenica arriva l’Inter…)

THIAGO MOTTA  6  ...perché alla fine dei conti occorre vincere o di riffa o di raffa. A vittoria centrata, anche le prestazioni lasciano il tempo che trovano ed è pura accademia chiedergli perché fa giocare 2 “registi” insieme senza copertura; oppure perché Nico a tutti i costi se Cico ne vale 2 da solo; perché toglie un arcigno americanino prima del forcing finale del PSV, con un fantasma che fa giocare in 10; o  come mai tiene dentro un giocatore esperto di ritmi rallentati, brasiliano come lui, per 90 minuti; mi rendo conto che è accademia, di fronte alla vittoria. Eppure i quesiti restano sul prato dell’ Allianz Stadium. Non penso che la partita di domenica prossima contro l’Inter sia l’occasione di sciogliere dubbi e perplessità. Con un apprendista stregone che maneggia le provette per i suoi esperimenti da piccolo chimico non v’é certezza alcuna, magari con altri tanti dubbi e la quarta vittoria di fila. Al cuore tifoso nulla è precluso.

Marco Edoardo SANFELICI