Da Pirlo ad Allegri: la Juventus che è stata e quella che sarà
Premessa: per ben definire Pirlo bisognerebbe rigiocarle tutte con la gente sugli spalti, tra urla e incitamento, in un calcio "normale". Questo non ci è possibile ma delle indicazioni sono comunque arrivate. Mister Maestro ha iniziato la sua avventura come uno scolaro che dalle elementari si ritrova proiettato in un'istante alle scuole superiori. Non è stato facile, non lo sarebbe stato per nessuno. Andrea Agnelli ha voluto battere i pugni sul tavolo, tra orgoglio personale e pochi denari in cassaforte. Precampionato inesistente e subito si è fatto sul serio, Juve scossa e con nuovi innesti tutti da scoprire. Andrea ha cercato di dare un'idea di calcio diversa rispetto a Sarri, ma soprattutto diversa rispetto al primo Allegri. Cr7 ombra e delizia ha supportato ma anche condizionato, con la vittoria in terra catalana che per qualche giorno ci ha fatto pensare di poter essere una squadra pronta a stupire. Purtroppo non è stato così, conosciamo tutti l'epilogo europeo e le difficoltà in campionato. Sulle spalle del tecnico bresciano ha pesato come una montagna lo scudetto lasciato proprio agli interisti-juventini, e quella zona Champions arrivata per un'incredibile regalo partenopeo.
Pirlo ha comunque dimostrato di saper vincere le finali, di poter "sopravvivere" in uno spogliatoio di forti personalita', e di meritare prestissimo un'altra ghiotta opportunità, la meriterebbe. Capitolo Allegri: primo contatto a Marzo, secondo e determinante ad Aprile. Il Presidente ha cambiato nuovamente idea, pericolosa confusione ma con la consapevolezza che per una ristrutturazione mentale e tecnica ci sia bisogno di un tecnico saggio, con pochi fronzoli e fortemente juventino. La Juventus di questa prima parte di stagione ha evidenziato una fragilità mentale e qualitativa, con buone gare e altre da chiudere a tre mandate nello stanzino buio. Questa attuale è una buona-ottima rosa, con calciatori giovani che potranno solo proseguire nel loro percorso di crescita, ma anche con due/tre elementi assolutamente non nei parametri di una grande Juventus. Questo è ben chiaro anche alla società, che in tale condizione delicata anche dal punto di vista finanziario, dovrà saper vendere bene e investire solo nei punti nevralgici e scoperti dell'attuale rosa. Servirà una società molto simile a quella del passato, con pochi sprechi e buoni risultati. Non sarà facile per Max traghettare questa nave verso isole verdi, come non lo è stato per Pirlo. Allegri e "Mister Maestro" sono diversi, come è diversa la Juventus rispetto a qualche stagione fa. Dunque, grazie ancora Andrea e buon viaggio Max.
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