Pogba a processo per doping, le mosse della Juve

Ora è nota anche la data: il 18 gennaio prossimo a partire dalle 14,30 Pogba sarà processato presso il Tribunale Nazionale Antidoping per la positività al testosterone. La Procura, come noto, ha chiesto la massima pena per il giocatore: 4 anni di squalifica come previsto dalle norme riguardanti questo ambito. Per attenuare la sanzione, i legali del Polpo dovranno dimostrare l'assenza del dolo. In sintesi, il centrocampista ha preso l'integratore consigliato da un amico medico di Miami inconsapevole del fatto che fosse dopante. Nel caso in cui i giudici accogliessero questa tesi, la pena potrebbe ridursi a due anni. Gli stessi previsti con il patteggiamento, ipotesi però scartata dagli stessi avvocati. Possibile la presenza anche di periti scientifici. Sul verdetto, previsto in tempi brevi, peserà anche la mancata comunicazione di Paul allo staff sanitario bianconero. In ogni caso, Pogba potrà poi ricorrere al Tas di Losanna, quindi alla Corte federale svizzera, ultimo step del percorso giudiziario.
La Juve cosa farà? Nei giorni scorsi, a domanda precisa, il dt Giuntoli aveva risposto così: “Aspettiamo l’ultimo grado di giudizio e poi troveremo un accordo insieme all’entourage di Paul”. Entourage a capo del quale c'è l'avvocato Pimenta, con la quale la Juve ha ottimi rapporti sin dai tempi in cui era braccio destro di Raiola. Pogba è out dall'11 settembre scorso, giorno in cui è stata scoperta la sua positività, si allena nella palestra all'interno della sua abitazione perché ha il divieto di farlo con i compagni. Il club ha sospeso lo stipendio di 8 milioni, più 2 di bonus e il Polpo è al minimo salariale, circa duemila euro netti al mese. Rispetto alle mosse della società, nel caso in cui la squalifica venisse confermata, se superiore ai sei mesi (cosa quasi certa), in base all'accordo collettivo firmato da Figc, AIC e Lega Calcio, il club potrebbe risolvere il contratto con il suo giocatore. Attenzione però perché alla Juve converrebbe farlo dopo giugno, quindi dopo i due anni di residenza italiana di Paul, in modo da usufruire del Decreto Crescita che consente sgravi fiscali sull'ingaggio. In attesa del percorso giudiziario, la strada verso il divorzio tra i bianconeri e Pogba pare tracciata.
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