Nessuna idolatria per Tudor: con Motta si è fatto questo errore

Uno dei mali dell’era social è l’estremizzazione dei giudizi nei confronti dei propri idoli. È anche per questo che Thiago Motta, per esempio, ha pagato uno scotto maggiore a livello mediatico. La voglia di tagliare con il passato da parte di una fetta della tifoseria della Juventus, divisa da un dualismo creato da chi continua a parlare di "giochismo" e modernità vs paleolitico calcistico, ha generato mostri. Così qualcuno ha cominciato a parlare in estate di “aura”, di allenamenti intensi come non mai e ripetendo a pappagallo la storia del “non c’è più riposo”.
Posto che Motta e il suo staff erano e sono dei professionisti stra-competenti e con ogni probabilità troveranno presto un altro ambiente in cui esprimere al meglio le proprie capacità, la narrazione distorta è tornata come un boomerang addosso al tecnico italo-brasiliano. Ora, dunque, non si deve compiere lo stesso errore con Igor Tudor, che è altrettanto preparato e ha la nomea di essere tra l’altro un martello in allenamento oltre che un grande motivatore.
Cosa riuscirà a fare il croato in queste nove partite nessuno può saperlo. Il compito è arduo e posto che dovrà lavorare molto sulla testa dei giocatori più che sulla tecnica, non ha alcun senso scandagliare gli allenamenti o fare l’esegesi delle sue conferenze stampa. L’unica cosa che conterà sarà il campo e Tudor, così come il suo predecessore, sarà giudicato dai risultati e dalla capacità di dimostrarsi “da Juventus”.
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