Manfredonia a BN: "Vedo la Lazio più avanti della Juve per un motivo. Bremer? È fortissimo, ma c'è un altro leader..."

Manfredonia a BN: "Vedo la Lazio più avanti della Juve per un motivo. Bremer? È fortissimo, ma c'è un altro leader..."TUTTOmercatoWEB.com
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di Matteo Barile
Manfredonia si è concesso ai microfoni di Bianconera News e ha rievocato anche un dolce ricordo che riguarda un Lazio-Juventus giocato da calciatore

Lionello Manfredonia ha disputato dodici annate divise tra la Lazio e la Juventus. Se in biancoceleste ha avuto la soddisfazione di diventare un perno assoluto per tutto l'ambiente con la fascia di capitano, in bianconero ha potuto aprire la propria bacheca attraverso la vittoria di uno scudetto e una Coppa Intercontinentale. Questi due passaggi evolutivi della sua carriera sono stati analizzati nell'intervista che la redazione di Bianconera News ha confezionato in ESCLUSIVA per voi. Di seguito, proponiamo il contenuto integrale della chiacchierata che verte anche sulla partita di questa sera. Attualmente, a sua detta, i bianconeri hanno i giocatori per poter imporre contro i biancocelesti. Ciononostante i capitolini sembrano più avanti nel loro percorso di crescita tecnica e tattica. Pertanto c'è da aspettarsi che i favoriti all'Allianz Stadium siano loro.

Come valuta il primo scorcio di stagione della Juventus?

Diciamo, normale…La squadra, che lotterà per le prime posizioni fino alla fine, ha alternato delle buone prestazioni ad altre meno buone. Non è una Juve scintillantissima, diciamo. Anche perché alcuni acquisti, che sono stati fatti, si sono dovuti ambientare e alcuni ancora non si sono ambientati. Di conseguenza, Thiago Motta ha dovuto far giocare alcuni giovani che hanno fatto bene, però poi la Juve non ha offerto un calcio scintillante fino a questo momento”.

Quello espresso dalla Juventus di Thiago Motta è un calcio un po’ sulla scia del gioco che ha espresso la Juventus di Allegri nella passata stagione o vede delle differenze?

Non mi sembra fino adesso che ci siano delle differenze. Anche Allegri ha fatto giocare anche i giovani e lo stesso lo sta facendo Thiago Motta. Siamo agli inizi di un nuovo corso e, quindi, è ancora presto per dare per dare un giudizio definitivo”.

Ha fatto riferimento alla campagna acquisti parlando di giocatori che si devono ambientare. A quali calciatori si riferisce nella fattispecie?

L’acquisto più importante è stato quello di Douglas Luiz, che è stato pagato moltissimo. Chiaramente il nostro un calcio diverso e quindi bisogna dargli un po’ di tempo per ambientarsi, però non troppo: è già passato un mese e mezzo, quindi. Io credo che il gioco brasiliano sia un ottimo acquisto, però deve dimostrare insomma che vale 50 milioni spesi. Anche perché mi sembra che in quel ruolo ci sia anche Locatelli, che, fino all'anno scorso, giocava in Nazionale e che non mi sembra abbia mai deluso fino a questo momento. Non so se i due possano giocare insieme sinceramente. Io credo che, in un centrocampo un po’ più dinamico, ci siano giocatori che debbano giocare con caratteristiche diverse”.

Quindi Lei vede Locatelli e Douglas Luiz l'uno l'alternativa dell'altro?

Assolutamente sì”.

Dove vedrebbe meglio Douglas Luiz? In questo momento, qual è il centrocampo che, secondo Lei, dà più garanzie a Thiago Motta per la costruzione della sua Juventus?

Bisogna vedere innanzitutto dove gioca Koopmeiners: l’olandese è un giocatore cruciale e gioca dietro la punta. Poi, bisogna considerare anche un altro aspetto: ci devono essere dei centrocampisti che si distinguano per avere ognuno una caratteristica diversa e che, poi, riescano a confermarsi”.

Da ex difensore quale Lei è stato a un difensore abbastanza importante che la Juventus ha perso per infortunio nelle scorse settimane. Quanto pesa l'assenza di Bremer?

Bremer è un giocatore fortissimo e sicuramente la Juve ha preso tanto in difesa, però ci sono i giocatori che lo possono sostituire. Secondo me, Gatti ha dimostrato di essere un giocatore importante sia con la Juve che con la Nazionale. Quindi, nella zona nevralgica della difesa non vedo grandi difficoltà. Anche perché la Juve non ha preso tante reti. Io, piuttosto, direi che la Juve deve migliorare soprattutto nell'impostazione, quindi nella possibilità poi di mettere Vlahovic nelle condizioni migliori per segnare”.

Focalizziamoci sulla difesa e, in particolare, su un giocatore arrivato in sordina che si sta rivelando molto importante per questa squadra. Cosa pensa di Kalulu? Che tipo di percorso può fare all'interno della Juventus? Può essere il leader che i bianconeri stanno cercando per rimpiazzare Bremer?

No, mi sembra che il leader di questa squadra sia Gatti. Gli altri sono dei buoni difensori, ma il leader vero era Bremer e il sostituto del brasiliano, secondo me, è Gatti. Mi sembra che Gatti sia abbastanza indispensabile per la Juve in questo momento, anche per l'assenza del numero 3 juventino”.

È rimasto sorpreso dalla mancata convocazione di Gatti e anche di Locatelli da parte di Spalletti per questa pausa dedicata alle Nazionali?

No, no, io credo che entrambi facciano parte del gruppo. Ci sono dei momenti in cui magari altri giocatori sono più in forma, però io credo insomma che rientrino nel gruppo e che Spalletti tenga entrambi in considerazione”.

Ha toccato anche l'argomento relativo a Vlahović. Nella scala dei “problemi” della Juventus, questo succede a quello dell'impostazione?

La maggior parte dello sviluppo del gioco delle squadre dipende sempre dal centrocampo sia nella fase difensiva sia una fase offensiva. Quindi se il centrocampo funziona, funzionano anche funziona anche gli attaccanti. Però Vlahović deve essere accompagnato anche da altri giocatori: in questo caso Yıldız oppure Nico Gonzalez, che è infortunato, o Conceição, che è squalificato. In questo momento la Juve ha diversi infortunati e Thiago Motta dovrà sopperire a queste mancanze”.

Passiamo alla gara di sabato tra Juventus e Lazio. I bianconeri affrontano una squadra che ha i loro stessi punti in classifica e che, come loro, ha cominciato un nuovo progetto tecnico. Come inquadra l'inizio di stagione dei biancocelesti e che tipo di partita si aspetta di vedere?

Sicuramente i progetti sono entrambi nuovi. Secondo me, Baroni è un po’ più avanti, perché, con giocatori “inferiori” dal punto di vista tecnico, ha gli stessi punti della Juve. In più ha già conquistato una piazza importante come Roma: non è mai facile affermarsi per un tecnico nuovo. Mi sembra che Baroni sia un pochino più avanti in questo momento: la Lazio può essere considerata come la rivelazione del campionato, perché sta facendo molto bene. Sarà una partita molto aperta e c'è anche la possibilità che ambedue le squadre possano fare risultato pieno”.

Qual è il giocatore della Lazio che, secondo Lei, la Juventus dovrebbe “fermare”? E qual è, invece, il giocatore su cui i biancocelesti dovrebbero fare attenzione rispetto alla rosa bianconera?

La Lazio è un collettivo che gioca a calcio di livello alto e quindi io credo che la Juve debba stare un po’ essere preoccupata per questa ragione e, soprattutto, da questo gioco spumeggiante che Baroni è stato in grado di attribuire alla Lazio: non mi sembra ci sia un giocatore in particolare da temere, bensì va temuto tutto il collettivo. Per quanto riguarda la Juve ci sono dei giocatori che purtroppo non ci sono, come Conceição, González, Koopmeiners ecc. La Juve gioca senza quattro titolari, alla Lazio manca Guendouzi. Anche per questo la Juve è sfavorita rispetto alla Lazio in questo momento”.

Lei ha giocato per tanti anni soprattutto nella Lazio e ha militato anche nella Juventus. Di tutti i Juventus-Lazio che lei ha disputato qual è il ricordo che conserva con piacere?

Quando giocavo nella Lazio, ho un ricordo nitido di un 3-0 della Lazio all’Olimpico del 2 ottobre 1977: in quella partita Bruno Giordano salì in cattedra con una doppietta spettacolare, con Garlaschelli che ci mise il “timbro” iniziale. Vincemmo contro una Juve fortissima, perché aveva in rosa che aveva Bettega, Boninsegna, Benetti. Questo 3-0 secco è rimasto un po’ nella storia, anche perché noi eravamo un po’ meno forti rispetto a quella Juventus. Quel risultato fu abbastanza inaspettato”.

Questa vittoria è stata il punto più alto della sua avventura alla Lazio?

Sì, perché parliamo di un 3-0 rifilato alla Juventus nella stagione in cui arrivammo in Coppa UEFA con Luís Vinício. La stagione 1997-1978 fu un’annata importante per la Lazio e quel risultato fu il più importante in quel periodo trascorso con l’allenatore brasiliano”.

Poi, Lei è passato alla Juventus e ci è rimasto per due anni, dove tra l'altro ha vinto uno scudetto e la Coppa Intercontinentale. Che differenza ha incontrato, passando dalla Lazio alla Juventus? Che tipo di ricordi ha della Vecchia Signora?

La Lazio e la Juventus sono arrivate in due periodi diversi della mia carriera. In biancoceleste ci sono arrivato da ragazzino: avevo esordito a 18 anni e ci sono stato per tanti anni in avanti. Roma è una piazza particolare, perché ho vissuto periodi importanti, ma anche tempi abbastanza difficili. Però, comunque, era un calcio spensierato. In un grande club come la Juventus ci sono arrivato a 28 anni, quindi in un’età più matura. In bianconero le cose si fanno diverse, perché vengono prese in maniera diversa. Lì ho trovato degli esempi importanti come Scirea, Brio, Cabrini: dal loro esempio io ho potuto trarre il massimo in quei due anni. Alla Lazio il calcio era un po’ più “divertente”. Poi, se hai ambizione di cominciare a vincere qualcosa, chiaramente dovevi andare a Torino in quel periodo”.

Lei ha chiuso la sua esperienza alla Juventus nel 1987 con un po’ di dispiacere, a sua detta. Questo sentimento è dovuto al fatto che avrebbe gradito chiudere la carriera tra le fila dei bianconeri, evitando quindi il trasferimento alla Roma?

Tornando indietro nel tempo, se ci fosse stata quella possibilità di poter rimanere alla Juve, ci sarei rimasto volentieri. Ma non c'è stata quella possibilità e, di conseguenza, ho chiuso la carriera a Roma. Anche se l’ho chiusa nella sponda opposta alla Lazio, la cui tifoseria mi ha riservato qualche critica iniziale da parte della tifoseria, poi, col tempo, ho avuto la possibilità di poter essere apprezzato dai tifosi della Lazio, della Roma e della Juve. Io non ho mai insistito nelle situazioni riguardanti la mia carriera. Il Presidente Boniperti decise così e le strade si sono separate senza problemi. In ogni caso, nella Juve sono stato benissimo”.