La Nuova “vida” del “Loca”: dai fischi agli applausi dello Stadium

La Nuova “vida” del “Loca”: dai fischi agli applausi dello StadiumTUTTOmercatoWEB.com
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Ieri alle 17:01Primo piano
di Nerino Stravato
Il numero 5 bianconero e la sua metamorfosi analizzata per voi da Bianconeranews.

Alzi la mano chi all’inizio di questa stagione avrebbe mai immaginato che Manuel Locatelli da Lecco fosse stato il perno del centrocampo della Juventus di Thiago Motta. 

Dopo un annata non convincente, spesso fischiato, Locatelli era stato escluso anche dalle convocazioni per Euro 2024 da Mister Spalletti.Al suo posto il CT gli aveva preferito addirittura Fagioli, fermo da 9 mesi per squalifica.

Ai blocchi di partenza di questa stagione si presentava a detta di molti come comprimario, addirittura sacrificabile sul mercato per arrivare a qualche altro obiettivo da inserire nella nuova Juve targata Giuntoli.

Invece Manuel ha stupito tutti, forse anche lo stesso tecnico italo brasiliano, che non lo ha mai messo fuori dall’undici titolare in queste 6 uscite ufficiali.

Ma cosa ha permesso a Manuel di passare da un quasi esubero ad un titolare inamovibile?

Analizzando la fase di non possesso, la sua posizione risulta fondamentale. Schierato  come vertice basso del centrocampo dell’1-4-3-3 o interno nel 1-4-2-3-1, ha il compito spesso di assorbire i movimenti in profondità dei centrocampisti avversari che attaccano l’area di rigore. Capita infatti di vederlo spesso addirittura dietro la coppia dei centrali di difesa nella linea a 5 che si viene a formare quando la Juventus si abbassa per difendere. La sua qualità nella fase di interdizione e anche di marcatura gli fa svolgere questo compito in maniera impeccabile,contribuendo a gran parte della solidità difensiva che ha portato la Juventus ad essere l’unica squadra con la porta ancora inviolata in questo campionato di serie A.

Nella fase di possesso invece, date le caratteristiche dei centrali a disposizione, si abbassa spesso per andare a ricevere il pallone e far ripartire l’azione. Questo gli permette di toccare tantissimi palloni, ma allo stesso tempo lo penalizza perché gioca troppo lontano dalla zona di rifinitura, dove specialmente a Sassuolo ha dimostrato di poter muovere il pallone in spazi stretti, per servire i compagni in fase di finalizzazione. In questo forse, se vogliamo trovare un neo nelle sue ottime prestazioni, potrebbe trovare più coraggio, cercando di accorciare di più in avanti, correndo il rischio di lasciarsi più campo dietro da coprire in caso di perdita di possesso.

Nell’aprire  il gioco sembra in fiducia, con percentuali di passaggi lunghi nettamente superiori alla scorsa stagione.

Duoglas Luiz, Fagioli e gli altri compagni di reparto sono avvisati quindi: togliere il posto a questo “Loca” sarà impresa difficile.