La Juve di Motta è un ibrido preoccupante e rischioso
L'episodio finale attraverso cui la Juve concede il pari al Lecce, è solo la ciliegina sulla torta di Motta, oggettivamente farcita male. Venti minuti del primo tempo con due occasioni nitide, poi una calata progressiva e un secondo tempo inguardabile che legittima il pari del Lecce. Il solito 62% di possesso palla alla fine produce solo 3 tiri nella porta avversaria. Quindi siamo a quota 170 nelle prime 14 giornate di campionato, pochi. Pochissimi. Basterebbe pensare che proprio la squadra pugliese ne ha fatti 3 di più. La squadra di Thiago alla fine gira il solito film ibrido. Nè bianco, né nero, ma griglio. Come la fase offensiva, appunto. Per carità, 9 assenze sono oggettivamente tante e probabilmente c'era un calcio di rigore. A proposito, cos'è questa palla inattesa? Gli undici iniziali però dovevano bastare per mettere a sicuro il risultato già nella prima frazione di gioco. Invece arriva l'ottava X stagionale. Alla solita prestazione da polveri bagnate, questa volta si aggiunge un'imperdonabile errore da dividere in più giocatori, parte da Cambiaso e termina con Rouhi. I padroni di casa non rubano nulla. Anzi, risultato meritato. L'invito dei tifosi presenti allo stadio a tirare fuori gli attributi è sintomatico del momento bainconero.
L'errore più grande nell'analizzare la Juve di Lecce sarebbe di circoscrivere il discorso alla beffa finale, seppure decisiva. La questione è molto più ampia e coinvolge un problema strutturale dalla trequarti in su. Si creano poche occasioni da gol. Essere imbattuti e avere la migliore difesa, diventano elementi relativi se non porti a casa il bottino pieno. La pareggite ormai è una patologia da curare, velocemente, altrimenti diventa concreto il rischio di fallire l'obiettivo minimo stagionale, vale a dire la qualificazione di Champions League. Indispensabile sotto il profilo economico/finanziario. Ora tocca a Motta trovare una strada alternativa. Il cambio modulo potrebbe essere una soluzione, non significherebbe rinnegare il proprio credo calcistico. Sul fronte dei singoli, il miracolo di Perin purtroppo non è bastato ad evitare la sconfitta, ma bravo Mattia. Degli altri si salvano solo Locatelli e Conceicao. In realtà anche Cambiasso, ma l'errore finale sporca la sua prova. Ancora una prestazione da “chi l'ha visto?” di Koopmeiners, considerando le aspettative su di lui. A tratti l'olandese sembra fuori dal gioco, come vagasse per il campo. Eppure fino ad un paio di partite fa era stato lui la chiave tattica. Cosa è successo? Yildiz continua a giocare largo, così è poco incisivo in fase di attacco. Certo, anche lui deve dare di più. Weah non è un centravanti e si vede. La speranza è di riavere già dalla sfida contro il Bologna Vlahovic. E non solo.
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