Focus tattico Juventus-Empoli: poco da analizzare, tanto da riflettere
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Il disastro è compiuto. Con la prestazione più imbarazzante della gestione Motta la Juventus dice addio all’ultimo treno per poter accaparrarsi un trofeo in questa stagione. Si, c’è ancora la possibilità di una rimonta clamorosa in campionato e il mondiale per club di Luglio, ma con queste premesse, sarà difficile già mantenere l’attuale 4^ posto e passare il girone nel torneo americano.
Thiago Motta contro l’Empoli mette in campo di nuovo il 1-4-2-3-1, non riproponendo il 1-4-3-3 con Locatelli vertice basso, che aveva dato dei buoni segnali nel primo tempo di Cagliari. Il primo tempo è incommentabile. I toscani, con ben 10 assenze, mette sotto i bianconeri sia nella fase di possesso che in quella di non possesso, alternando un pressing alto ad un ripiegamento ordinato dietro. Proprio dall’atteggiamento aggressivo in avanti degli uomini di D’Aversa che arriva il vantaggio al minuto 24: la triangolazione lenta, prevedibile e svogliata tra Cambiaso e Nico Gonzalez fa recuperare senza troppe difficoltà il pallone a Bacci che serve in avanti Maleh. Il centrocampista marocchino, libero senza troppa pressione da parte di Thuram, ha il tempo di spostare il pallone, guardare la porta, e calciare li dove Perin non può arrivare. I venti minuti restanti del primo tempo sono irritanti. I bianconeri vestono i panni di un disperato che sbatte ripetutamente la testa contro il muro: giro palla senza mai trovare varchi, e cross in mezzo sempre controllati dalla difesa azzurra. La domanda è una: ma i terzini ricevono una multa in caso di sovrapposizione? Magari potrebbe dare una soluzione in più per far schiacciare una difesa schierata che sulle palle alte non te la fa prendere, e magari provare una palla dietro del terzino dal fondo per un compagno a rimorchio. Ma questo purtroppo non avviene. Nella ripresa i cambi ultra offensivi fanno creare qualcosa alla Juventus, con una soluzione in più in costruzione con Locatelli centrale di difesa, ma le occasioni più ghiotte per raddoppiare le ha comunque l’Empoli. La speranza di spuntarla ai rigori la regala una giocata senza senso di Thuram, unica luce negli occhi in una serata da buio pesto. Al minuto 84 dopo aver rischiato di capitolare sul contropiede di Kuame, Vlahovic ha il pallone per cambiare le sorti del match, ma dopo essersi liberato bene spalle alla porta, incredibilmente all’altezza del dischetto del rigore, non inquadra la porta, calciando di Interno destro. Va bene che non è il suo piede, ma dal centravanti della Juventus da quella posizione ci si aspetta che centri almeno la porta. Peggio fa dal dischetto, calciando malamente il primo rigore alto. È il preludio della catastrofe con l’Empoli che dal dischetto non sbaglia nulla e a cui bastano solo 4 rigori per accedere alla semifinale, grazie all’altro errore di Yildiz.
Vergogna è la parola che risuona tra le varie postazioni riservate alle interviste per i tesserati bianconeri. Rabbia , magari agonistica, e riscatto ci si aspetta invece che siano la parole che accompagnino tutti all’interno della Juventus, per salvare quello che resta di questa disgraziata e deludente stagione.
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