Vlahovic in forma: pronto a sfatare il tabù di San Siro
Un mese di gennaio eccezionale per il numero 9 juventino, 6 gol in 4 partite, il Vlahovic che tutti volevano e si aspettavano. La società che ha speso tanto per averlo due anni fa, con l’ottica lunga di assicurarsi il centravanti ideale per il prossimo decennio, i tifosi che si attendevano gragnuole di gol e finalmente sono pronti a surfare l’onda lunga dell’esaltazione per le sue realizzazioni, Mister Allegri che sta lavorando sodo per cesellare e rifinire l'atteggiamento da ”centravanti da Juve” e i compagni che, ormai, vedono nel serbo un punto costante di riferimento nella fase d’attacco. La verità è che da quando Dusan si è lasciato alle spalle le problematiche fisiche, la lunga pubalgia e relativa lombalgia (di riflesso), è tornato a stare bene sia di testa sia di fisico, riscoprendo la sua sfolgorante vena realizzativa e crescendo nell’interpretazione del ruolo. L’unica nota positiva della deludente serata vissuta contro l’Empoli è stata la sua bellissima prestazione: tosta, vivace, d’impatto, ottima negli appoggi e nel far salire la squadra, difendendo palla, cucendo il gioco e timbrando il cartellino con una rete da opportunista rapace sottoporta, episodio che mancava nel lungo e splendente menù dei suoi gol in questa annata.
Il pareggio casalingo contro i toscani è stata una mazzata per il morale dei tifosi, che desideravano vivere una settimana elettrizzante che sfocerà nel super big match contro l’Inter, in un Derby d’Italia che potrebbe assegnare chance importanti per la lotta al titolo. Invece sarà una settimana di passione e speranze: tutto l’ambiente bianconero si attendeva tre punti per presentarsi a Milano davanti all’Inter, seppur con asterisco, invece è andata come ben sappiamo. Ci sono però dei segnali incoraggianti che, sbiadita la delusione più cupa, devono venir valutati sotto una luce positiva e vanno a formare una base importante per affrontare la gara contro i nerazzurri. Un Vlahovic così in palla non si era ancora visto in bianconero, piede caldo, voglia di gonfiare la rete avversaria, un puntello fondamentale per dare solidità tagliente ed efficacia sottorete: non più un Dusan frenetico e pasticcione ma un attaccante affilato, lucido e determinatissimo. Altro punto positivo, la Juve non ha mai perso, sin qui, uno scontro diretto in campionato, e la memoria dell’andata ci racconta di una Madama bianconera capace di mettere in difficoltà, soprattutto nella prima frazione, un avversario che giungeva da un percorso quasi senza ostacoli: ci sono tutti i requisiti per sperare e sognare una Juventus capace di reggere botta e magari disegnare un match perfetto. Senza dimenticare la solidità difensiva, propria anche dei nerazzurri, che rappresenta un buonissimo punto di partenza, anche se va specificato che: la modalità con cui è giunto il gol di Baldanzi ha amareggiato tutti, in primis gli interpreti in campo.
Rientreranno Rabiot e McKennie, irrinunciabili per la mediana, Chiesa tornerà a disposizione, insomma tornano armi fondamentali per il Mister, per presentare una Juve robusta, compatta e acuminata nelle due fasi, poi starà ad Allegri scegliere il compagno di reparto per affiancare Vlahovic. Yildiz che da imprevedibilità, freschezza, e crea scompiglio nelle difese avversarie potrebbe partire titolare, con la freccia Chiesa pronta ad aprire nuovi capitoli all’interno della gara. Il Vlahovic visto nell’ultimo mese si presenta prolifico, tonico e gagliardo, in grado di affrontare anche una sfida personale all’interno della partita, lo stadio di San Siro è il terreno di gioco dove l'attaccante ha giocato più minuti in tutte le competizioni (con Fiorentina e Juventus) senza esser mai riuscito a segnare: un tabù reale che Dusan, mai come in questo momento, intende sfatare. E visto il suo status di forma attuale, spumeggiante e spietato in zona gol, sembra essere arrivato il momento giusto. Per il bene della Vecchia Signora, per l’entusiasmo dei suoi tifosi e per la felicità di Vlahovic, numero 9 della Juventus.
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