Tre gare di campionato: segnali positivi e tanto lavoro da fare
La nuova Juventus di Thiago Motta è partita bene in campionato, poi lo 0-0 casalingo di domenica ha smorzato qualche animo. Palese il fatto che ci si attendeva di più dalla sfida contro la Roma allo Stadium. L’esordio contro il Como e la difficile partita al Bentegodi, contro gli scaligeri, hanno fatto segnare nel tabellino due vittorie nette e sei punti in classifica, mostrando ampi progressi nel gioco e nella conduzione di gara, con le sorprese dei giovani schierati sin dal primo minuto e relative prestazioni di ottimo livello. 180 minuti vittoriosi che forse hanno un po’ illuso tutti tifosi di Madama che domenica sera, si attendevano, un match maiuscolo e volitivo da parte delle maglie bianconere. E invece no, la Juve, ben ingabbiata da una Roma affamata di punti e salita a Torino per portarsi a casa un risultato positivo, ha faticato parecchio in fluidità e costruzione, con i giallorossi che pressavano alti e occludevano tutte le linee di passaggio, a dimostrazione che la prestazione di una compagine dipende, anche, dall’avversario. Ciò che ha colpito di più negli uomini di Thiago Motta è stata la poca capacità di sviluppare manovre verticali in velocità: la Juventus è apparsa lenta, sottoritmo e praticamente mai pericolosa in avanti e sottorete, insomma una serata al di sotto delle aspettative anche per carenza di qualità, giocate dei singoli e la classica scintilla mai verificatasi.
Nel secondo tempo Motta ha rivoluzionato il centrocampo, cambiandolo totalmente, ma anche questa mossa è servita a poco, qualche sprazzo e nulla più, segno tangibile che per vedere una Juve ben definita e brillante, serviranno tempo e pazienza, come è nella logica dei nuovi progetti varati nel calcio. Al di là della performance contro i giallorossi capitolini, che ha lasciato una nota amarognola sul palato di tutti i fan zebrati, questa Juve plasmata dai dettami mottiani ha creato tante spasmodiche attese, cominciando a fornire delle risposte e dei segnali indubbiamente positivi. Nessun alibi sia chiaro, ma è evidente che la Vecchia Signora dovrà introdurre nel proprio motore tutti quegli elementi arrivati da un mercato sontuoso orchestrato da Giuntoli: ad oggi, tra i giocatori di movimento, il solo Cabal è partito titolare in tutte e tre le gare disputate, tutti gli altri, tra infortuni (Thuram), condizioni fisiche da perfezionare (Douglas Luiz) e arrivi scaglionati dettati dalle tempistiche e dalle logiche del mercato stesso, hanno necessità di essere accorpati pienamente in organico. Conceicao, in soli 45 minuti ha mostrato subito le proprie qualità funamboliche da esterno elettrico, in grado di saltare l’uomo e regalare superiorità numerica, mentre per Koopmeiners e Nico Gonzalez la sfida con la Roma è diventato un mero esercizio di presenza e di assaggio dell’ambiente. La Juve ha necessità di integrare al meglio, e si spera velocemente, quelli che si sono rivelati i veri colpi di una campagna trasferimenti che ha sovvertito l’organico, fornendo alla faretra del Mister ampie scelte che poi Thiago dovrà operare; ci sono tutti i prodromi per l’assemblamento di una squadra con attributi e qualità, ma servirà del tempo, è bene ripeterlo.
Al netto di tutto i dati di questa Juve appaiono molto buoni e decisamente confortanti, a partire dalla solidità difensiva che recita zero gol subiti e solo due tiri in porta ricevuti, e ben 7 punti in tre gare che pongono Gatti e compagni in vetta alla classifica, in coabitazione con Inter, Torino e Udinese. La graduatoria in questo momento non appare così imprescindibile, viste le poche partite disputate, ma è sempre meglio essere là davanti piuttosto che dover inseguire, dato che Roma e Milan, ad esempio, sono ben 5 lunghezze sotto. La classifica sarà importante più avanti ma, in una logica banale di catalana memoria, è sempre meglio essere in testa piuttosto che in coda. Una Juventus all’insegna di tanti giovani di ottima realtà e grande prospettiva, facile parlare oggi di Mbangula e Savona; le preferenze di Thiago li hanno resi elementi pienamente integrati in prima squadra e pronti ad ogni evenienza, fattore questo che incarna la filosofia del nuovo allenatore, sempre pronto a schierare chi in settimana lo colpisce e lo soddisfa negli allenamenti, a prescindere da carta d’identità e curriculum.
Ad oggi la Juventus appare un cantiere aperto ma con un punto di forza innegabile, le linee guida precise dettate da un allenatore che ha idee chiare e principi incrollabili, calati all’interno di un ambiente sempre sottoposto a mille pressioni per centimetro quadrato. I segnali positivi mostrati sino a qui sono un fattore assai concreto su cui continuare a lavorare, l’abbrivio è stato buono, ora il tempo dovrà mostrare scatti in avanti considerevoli e rilevanti. Dopo la sosta per le nazionali arriverà anche la Champions e si giocherà ogni tre giorni, e l’alchimista Thiago Motta sa bene che si dovrà lavorare tantissimo per forgiare una squadra pronta a far salire l’intensità e la proposta del gioco, mettendo in carniere risultati di livello. Ottimismo e pazienza, due elementi che di primo acchito paiono ossimori, ma che, invece, potranno rivelarsi armi importanti da sfruttare nello spogliatoio e sul terreno di gioco.
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