Thiago Motta: l'allenatore alchimista non convenzionale

Thiago Motta: l'allenatore alchimista non convenzionaleTUTTOmercatoWEB.com
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martedì 20 agosto 2024, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
Il neo Mister bianconero sa sorprendere nelle parole e nelle scelte di campo, Mbangula è stata la prima mossa di una lunga serie che arriverà

Lunedì 19 agosto, l’esordio in campionato, l’inizio di una nuova era. Quella di Thiago Motta come conducator sulla panchina della Juve. Già dalla conferenza stampa di domenica, chi si attendeva un allenatore signorsì, immerso nella formalità, è stato smentito, Thiago ha sciorinato subito idee chiarissime e una comunicazione schietta, ermetica e lapidaria, andando dritto per la sua strada senza farsi condizionare da niente e da nessuno. Dice ciò che pensa e soprattutto opera delle scelte che possono, a priori, suscitare perplessità, mugugni e interrogativi in chi ascolta, senza tanti giri di parole giunge al cuore del problema, indicando e illustrando, a chiare lettere, la via che ha intrapreso. La risposta sugli esuberi in rosa, con nomi importanti come Chiesa, appare tanto naturale quanto vetriolica come resa finale, ed è bene abituarsi da parte dei tifosi e di tutto l’ambiente che circonda la Juventus, perché Motta è questo, prendere o lasciare. Nel suo modus agendi e, in primis nella sua testa, non contano età del giocatore, esperienza o curriculum, ma la funzionalità al proprio progetto e l’efficacia dei calciatori per la squadra, con il merito al primissimo posto come parametro per computare le formazioni. Contro il Como, un’ora prima della discesa sul prato verde, all’annuncio della formazione ufficiale, sono cominciate le vere e proprie sorprese della serata, tutti i media davano per scontato che la Juve giocasse con una formazione pressochè scontata, invece Thiago ci ha messo molto del suo, meravigliando tutti e soprattutto tracciando una linea programmatica, molto netta, per il presente e l’immediato futuro a venire.

Chi lo ha seguito sa bene che anche a Bologna sapeva ritagliarsi uno status di alchimista, mettendo sul terreno di gioco, di volta in volta, chi lo colpiva per stato di forma e adattabilità al match da affrontare. Ebbene, anche ieri sera Motta ha vestito i panni dell’alchimista non convenzionale e ha operato una scelta che ha lasciato basiti tutti i commentatori, in campo dal primo minuto non Douglas Luiz che era già parso al centro della manovra bianconera nel pre campionato, ma un ragazzo come Samuel Mbangula, 20 anni, proveniente dalla fucina aurea della Next Gen juventina, ma soprattutto elemento che il Mister ha potuto valutare e allenare sin dal primo giorno di ritiro e di preparazione. E proprio Mbangula ha premiato la scelta peculiare del suo allenatore, sfoderando un gol splendido all’esordio in Serie A che ha aperto il match, indirizzandolo verso Madama, e disputando una gara intelligente, sprintosa, guarnita da tanta energia e lucidità. Il commento di Motta, sia nel pre gara che nel post è stato laconico:” Mbangula è stato scelto nell’undici iniziale perché lo merita”. Amen. Ma a nessuno sono sfuggite altre scelte importanti operate alla prima assoluta della sua Juventus, Thiago ha lasciato fuori capitan Danilo, mettendo Cabal alla sinistra e Cambiaso a destra: situazione che era nell’aria, visto il ballottaggio della vigilia. Nella testa di tanti, rinunciare ad un elemento di grande esperienza come il brasiliano, alla prima partita della stagione, al battesimo del fuoco in casa, davanti al proprio pubblico, poteva sembrare una mossa azzardata, e invece ha ancora avuto ragione lui, inguainato nel classico completo blu notte, con camicia bianca e cravatta a tono. Ma le sorprese non sono terminate, perché con Danilo in panca, nemmeno entrato a gara in corso tra l’altro, la scelta dei gradi di capitano è ricaduta su Federico Gatti. Inutile sondarne motivi reconditi, la verità del vangelo secondo Thiago, recita che Gatti è stato impalmato come capitano perchè lo meritava:” Fede ha fatto il capitano oggi e meritava di farlo, vediamo per la prossima. Ha fatto una grande prestazione, come tutta la difesa”.

Insomma, appare chiaro sin da subito che nella Juventus di Motta giocherà titolare chi saprà impressionare il Mister con le doti che richiede, da sempre, ad ogni elemento facente parte della rosa in ogni singolo allenamento: impegno, umiltà, spirito di squadra e merito. Queste le coordinate incrollabili su cui si basano i dogmi mottiani, sostenendo l’impalcatura del pensiero calcistico del neo allenatore bianconero: chi non sarà in grado di seguire queste direttive, vedrà il campo con il binocolo. Con Thiago sempre diretto, schietto e cristallino nello spiegare ai diretti interessati, i giocatori, la sua gestione dello spogliatoio e delle situazioni interne, sin dal primo minuto in cui ha messo piede alla Continassa. Buona la prima Juve, con una partita che ha incominciato a mostrare le linee che il coach italo-brasiliano pretende: possesso palla attivo, pressione alta, riaggressione rapida per la conquista della sfera e sviluppo gioco che porti esterni e centrocampisti alla costruzione e ripartenza veloce, in grado di azzannare la porta avversaria. Tutto ciò facendo la tara ad un avversario combattivo come il Como ma non di eccelsa qualità, ergo via gli inutili trionfalismi per il primo successo in campionato, e testa già totalmente concentrata sulla prossima gara, come ha tenuto a precisare il Mister nel post partita. Poi ci penserà lui, l’allenatore alchimista non convenzionale, a fare scelte importanti per perorare, al meglio, la causa bianconera. In casa Juventus è cambiato il mondo, e Motta, dalla sua panchina, farà di tutto per invertire la rotta, cercando di riportare la Juve a centrare obiettivi importanti, che a Torino non possono derogare dai risultati e dalla vittoria.