Platini: attacco durissimo nei confronti di Fifa e Uefa

Platini: attacco durissimo nei confronti di Fifa e UefaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 4 giugno 2024, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
Le Roi Michel senza filtri contro le istituzioni del calcio europeo e mondiale. La sua battaglia prosegue guardando al futuro

Michel Platini ha sempre parlato poco e agito tanto, sul campo, con le scarpe tacchettate. Questione di carattere, situazioni e modalità nell’affrontare le cose, visto che “Le Roi” ha sempre preferito il linguaggio strettamente legato alle sue doti calcistiche cristalline, da vero fuoriclasse, piuttosto che agire di favella dialettica. Natura riservata, schiva, diventata ancor più riservata con il passare del tempo. Oggi le sue dichiarazioni pubbliche sono sempre più centellinate e rare, ma quando giungono assumono la guisa di vere e proprie stilettate che centrano il pieno bersaglio, distruggendolo, senza fare prigionieri. I suoi trascorsi nelle istituzioni calcistiche hanno preso una piega che Michel non avrebbe mai preventivato, con giochi di potere e cospirazioni atti ad isolarlo prima, e a tagliarlo fuori in seguito, da alte cariche e demandi decisionali. I poteri forti, insomma, quelli che vedevano in lui un potenziale nemico da abbattere, hanno fatto di tutto per escluderlo e renderlo inoffensivo. Platini si è battuto come un leone, si è difeso, ha sempre professato la sua più totale innocenza, poi il primo gennaio 2023 è giunta la sentenza: Michel Platini è stato assolto dall'accusa di truffa ai danni della Fifa. Il Tribunale penale federale di Bellinzona lo ha dichiarato innocente a fronte di una richiesta, da parte della pubblica accusa, che chiedeva per lui una condanna di un anno e otto mesi di reclusione (con la sospensione della pena) e due anni di libertà vigilata. La fine di un incantesimo maligno, insomma. A finire sotto la lente d'ingrandimento era stato un pagamento di 2 milioni di franchi, che la Fifa aveva destinato all'ex presidente della Uefa, Platini appunto. Da quel momento Michel “Le Roi” è rinato, è tornato a vivere, a parlare, sempre con parsimonia, ben consapevole però che la sua carriera ai massimi livelli del calcio continentale e mondiale era stata, vilmente, interrotta e deturpata per sempre.

La liberazione da un incubo ha portato l’ex numero 10 bianconero a condurre una sua campagna mediatica, assai diretta, nei confronti delle istituzioni calcistiche che, nel frattempo, avevano proseguito nel proprio corso “innovativo” con nuovi uomini sugli scranni di comando e nuove politiche segnate da un ampio crescendo di perplessità generalizzate. Michel oggi è un distintissimo signore francese di quasi 69 anni, che sa di aver ricevuto tantissimo dal questo sport quando correva sui terreni in divisa di gioco, molto meno quando il campo di cimento si è spostato sulle scrivanie dei board che decidono i destini del calcio 3.0. Un’amara constatazione che non poteva far altro che sfociare in durissime invettive rivolte a chi oggi governa e tenta, con ogni mezzo, di detenere la corona, anche al cospetto di sentenze rivoluzionarie, come quella giunta lo scorso 21 dicembre, da parte del Tribunale di Giustizia Europea. Un verdetto epocale, una sentenza-debacle emessa dal Tribunale di Giustizia Ue che ha decretato l’abuso di potere dominante da parte di Uefa e Fifa, con la SuperLega sullo sfondo pronta a cogliere la chance tanto attesa, e Bernd Reichart, CEO di A 22, atto ad affondare la lama, previa il proprio continuo e alacre lavoro di riforma e nuove visioni. Michel Platini è tornato a far sentire la propria voce nella sua Torino, in occasione della gara benefica di golf promossa dalla fondazione Vialli e Mauro, la classica chance per rivedere amici, annusare l’aria della terra piemontese che è stata casa sua, ripercorrere passato e presente in salsa bianconera, e scagliando dardi infuocati al sistema che, nonostante tutto, cerca scappatoie e vie di fuga anche davanti ai pronunciamenti dei tribunali. Oggi Platini vive a Cassis, ma Torino lo ispira ancora molto e il suo legame con la città dell’Avvocato è, e resterà, inscindibile. Quale miglior occasione per parlare della sua amata Juventus e poi sgasando, partire lancia in resta per continuare la sua personale battaglia, snocciolando concetti durissimi e inequivocabili, che suonano come una sorta di giudizio universale sull’attuale situazione che attanaglia il mondo del pallone.

Michel Platini si spoglia di timidezze e viaggia a velocità siderale tra parole aguzze, taglienti, e pensieri impossibili da non condividere: “La nuova Champions è stupida, non mi piace. Ci sono più partite ma solo per racimolare più soldi, senza una logica. Credo sia nata per la pressione della Superlega. Che poi alla fine la Superlega la faranno comunque”. Un’alabardata esplosiva che squarcia, abbondantemente, tutti i discorsi di facciata di Ceferin e promuove le potenzialità del nuovo torneo, percepito come un’evoluzione reale, in confronto al terrore diffuso sparso dal sistema, basata sui venti fortissimi del cambiamento, proposti dalla SuperLega. E su questo ultimo concetto, legato al potenziale nuovo corso, il fuoriclasse transalpino torna ad indossare le magiche scarpe bullonate, calciando con vellutatezza sapiente, mettendo la punizione laddove nemmeno le ragnatele osano nascondere il sette dell’incrocio. Ma la porzione di veleno, senza antidoto alcuno, viene inoculata da Platini, il quale bissa i concetti e ci va giù durissimo e senza ostacoli dialettici: “ Cosa penso di Ceferin e Infantino? Non sono niente e vengono dal niente. Sono personaggi che sono nel calcio per il potere, ma i capi del calcio sono sempre stati i giocatori e devono essere loro. Sono i Baggio, i Del Piero, gli Mbappé, gli Haaaland, i Klopp, i Guardiola, gli Ancelotti”. Insomma, tutto molto chiaro, senza alcun bisogno di replica, il calcio appartene ai principali attori non ai burocrati ammanettati al business. Poi la rabbia e la sofferenza per aver subito una pesante ingiustizia, si riverberano nelle sue successive dichiarazioni, amare, con la coscienza di uomo che ha sempre agito lealmente, fatto fuori da chi voleva acquisire e gestire quel potere.

“La mia vicenda con la giustizia, ora che tutti conoscono la verità e la mia innocenza, mi ha lasciato l’ingiustizia. La Fifa e i tribunali svizzeri erano complici per far fuori un francese. Se si mettono insieme Fifa e tribunali svizzeri sei morto. Da quattro anni si sa che sono innocente, ma non c’è ancora stata la riabilitazione sportiva. Infantino aveva paura di me alle elezioni e mi ha bloccato. Poteva battermi in quella sede elettiva, invece sono passati dieci anni che nessuno mi restituirà più. Mi hanno tolto dal calcio, hanno tolto me dal calcio, non puoi vincere contro la Fifa, controllano tutto: potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Montesquieu avrebbe qualcosa da dire, no?”

Analisi dolorosa e spietata, tremendamente lucida, di chi sa che combattendo questa battaglia, fino alla fine, potrà aprire strade per chi arriva da dietro, ma che per Platini stesso, ciò che poteva essere ormai non avverrà più. Una situazione che ogni uomo non vorrebbe mai vivere ma che Michel si è trovato appiccicato addosso come una vergogna, travestita da pesantissima armatura che ti trascina negli abissi. Michel Platini non smetterà di lottare e le sue stoccate saranno sempre veementi, inflessibili e instancabili, ma per lui nel calcio che conta non ci sarà più posto. E per chiosare ecco giungere la frase lapidaria e diretta che fornisce speranze a chi immagina un calcio nuovo, proiettato al futuro, svecchiato dal Palazzo che imprime velocità, decisioni, e provvedimenti, usando questo magnifico sport con poco amore, piuttosto come veicolo per scopi di potere. “La sentenza della Corte di Giustizia Europea su Fifa e Uefa cambierà la faccia del calcio. Cambierà molto”. Grandissimo fuoriclasse, più semplicemente il Michel Platini che conosciamo: schietto, innamorato del calcio e finalmente liberato da ogni accusa infamante. Lecito chiedersi cosa sarebbe accaduto al calcio se nessuno lo avesse eliminato, con l'inganno, dalla mappa del calcio mondiale; superfluo aggiungere che a tutto ciò non avremo mai risposta. L'unica certezza è che quel trono di potere fa gola a tanti, e che ci sono personaggi che pur di raggiungerlo, e mantenerlo, non si sono mai fatti troppi scrupoli, leciti o meno. Alla faccia del bene del calcio e del suo splendido futuro, oggi tutto da scrivere.