L’eredità della sconfitta immeritata di Napoli
Quando si spreca troppo si paga profondamente dazio, vecchia regola del calcio sempre attuale. La Juve scialacqua copiosamente occasioni su occasioni nitidissime in zona gol, in quel del San Paolo Maradona, e il risultato che avrebbe meritato, scivola via dalle dita, come sabbia veloce, lasciando senza punti la compagine di Allegri. Una sconfitta che pesa, perché Madama da Napoli avrebbe dovuto tornare con un risultato positivo, almeno un pareggio che sarebbe andato stretto, o piuttosto con una vittoria, viste le 5-6 chance clamorose non sfruttate per gonfiare la rete avversaria: 3 di Vlahovic nel primo tempo, il tiro a voragine di Cambiaso alto sulla trasversale nella seconda frazione, la deviazione errata di Rugani sottoporta, in zona Cesarini, e personalmente aggiungo anche la chance di Iling Junior nel primo tempo, con tiro alto di controbalzo. Produzione industriale di palle gol mangiate e una sola realizzazione, quella del pareggio di Chiesa, segnatura di pregio e di ottima fattura. Inutile piagnucolare su ciò che avrebbe potuto e dovuto essere, e che non si è materializzato. E allora, in vista della fondamentale sfida con l’Atalanta, cosa resta della caduta juventina in terra partenopea? Luci ed ombre, più luci questa volta, che vanno vivisezionate con meticolosità.
Difesa E’ sparita la rocciosità e l’impermeabilità della retroguardia zebrata. La Juventus da 6 giornate prende sistematicamente gol e la discrepanza con la prima fase della stagione appare palese ed evidente: dati preoccupanti che dimostrano come attenzione, spietatezza e organizzazione in copertura siano fattori svaniti nel nulla. La necessità è quella di svoltare anche difensivamente, altrimenti saranno guai seri.
Attacco Spesso si è parlato di una Juve incapace di costruire occasioni, a Napoli è accaduto l’esatto opposto. Tante, troppe, possibilità chiare da rete gettate al vento senza riuscire a lasciare il segno nel perimetro di porta. Giusto criticare Vlahovic con 3 possibilità clamorose sciupate, in cui doveva andare a bersaglio, ma il computo totale della partita restituisce un attacco anemico e impreciso che, fra le big del campionato, risulta quello che segna di meno, nonostante le elevate potenzialità. Dati asfittici che hanno necessità di essere rimpolpati e anche in fretta. 5-6 occasioni che gridano vendetta e che lasciano grande amarezza nei tifosi.
Prestazione La squadra era in netta emergenza a centrocampo e, nonostante tutto ciò, la performance della Juventus è stata propositiva e molto buona. Anche in mediana, nonostante le gravi assenze dei due cardini Rabiot e McKennie, i bianconeri se la sono cavata bene con un Miretti in spolvero e un esordio dal primo minuto di Alcaraz; sufficiente la sua prova come quella di Locatelli. La speranza è che Allegri, anche alla luce di quanto visto in terra campana, osi qualcosa in più: si può giocare con maggior attenzione e incisività in avanti, a patto di mantenere gli equilibri e verticalizzare maggiormente. Il miglior dato della sconfitta subita risiede nel comportamento della squadra, che ha saputo mettere alle corde il Napoli, mancando però nei colpi da kappao, colpevolmente.
Numeri e classifica Una vittoria nelle ultime 6 partite rappresenta un dato pericoloso e preoccupante, per la graduatoria, il morale e gli obiettivi da raggiungere. Serve invertire subito un trend che, dalla partita casalinga contro l’Empoli, ha subito un tracollo in termini di cifre statistiche e punti conseguiti. Ora il Milan è solo ad un punto sotto e mette forte pressione alla Vecchia Signora: la Juve deve tornare obbligatoriamente al successo pieno, in un match complicato contro gli orobici, domenica.
Cartellino giallo a Vlahovic Un’ammonizione inesistente, fantasiosa e inventata quella comminata dall’arbitro Mariani al numero 9 bianconero il quale, diffidato, salterà la sfida contro gli uomini di Gasperini. Una perdita importante in casa Juventus perché, nonostante le polveri bagnate dell’attaccante serbo domenica sera, Dusan è il goleador principe di Madama e, prima della serata sotto il Vesuvio, stava attraversando un periodo molto produttivo in termini di gol fatti. La sua assenza obbligherà Mister Allegri a ridisegnare l’attacco, con Milik candidato numero uno a sostituire il titolare, in una squadra che, anche nel prossimo turno, sarà ancora in emergenza per le assenze di alcune pedine importanti. Un errore grave del direttore di gara che ha danneggiato i bianconeri, ma ormai, in questa stagione, nessuno più si stupisce degli scempi arbitrali che si perpetrano ad ogni gara di campionato.
Chiesa Finalmente una prestazione brillante da parte di Federico, che è interprete fondamentale per questa Juve. O almeno ciò che avrebbe dovuto rappresentare in tutta la stagione. Scattante, veloce, spumeggiante, rapido ad incunearsi per crossare, pronto a creare pericoli agli avversari, autore di un gran bel gol da vero attaccante. Il numero 7 juventino ha peccato di continuità fino a qui, faticando spesso per problemi fisici che lo hanno tenuto fuori da alcune convocazioni. Il dualismo con Yildiz appare assai relativo perché sono due giocatori morfologicamente diversi, la verità è che un Chiesa così efficace non lo si vedeva da inizio stagione; troppo tempo. Può essere lui la pedina su cui appoggiarsi per riprendere il cammino bianconero, che porta agli obiettivi stagionali prefissati. Chiesa in piena forma è un top assoluto.
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