Khephren Thuram, arma in più per Thiago Motta a Lille
Un acquisto salutato dai tifosi con tripudio di olè e profluvi di elogi e aspettative. Khephren Thuram sbarca a Torino in estate, pedinato da Giuntoli da almeno un paio di stagioni, e il suo arrivo alza ulteriormente le aspettative di tutto il popolo bianconero, voglioso di ritornare a competere, comandare, e possibilmente vincere. Suggestivo il quadretto iniziatico alla Continassa, il ragazzo in compagnia di papà Liliam dialoga nella pancia del centro d’allenamento con il nuovo allenatore, abbracci, intenti e primi dettami su cui iniziare a lavorare; Thuram da oggetto del desiderio a giocatore della Juventus, finalmente. La storia del centrocampista francese con i colori bianconeri parte così, poi preparazione, amichevoli e l’inizio da titolare al debutto in campionato contro il Como, gara in cui fa bene ma accusa subito un problema muscolare che lo tiene fuori per qualche partita. Tutti si attendono un rientro al fulmicotone, invece Khephren stenta a carburare; sono altri a giocare dall’inizio, lui al massimo subentra e fa fatica a mettersi in luce, a risultare brillante, complice un necessario e doveroso periodo di adattamento al calcio italiano e al recupero della miglior forma fisica. I primi segnali di vero risveglio arrivano contro il Parma, con la Juve che disputa una prestazione al limite dell’orrendo, ma con un Thuram che nel secondo tempo, oltre a far legna in mezzo al campo, opera un paio di incursioni acuminate che producono il pareggio di Weah e un quasi gol successivo.
Il bacino di carenaggio pare davvero terminato e la prova sontuosa di Udine ha decretato lo sbocciare in bianconero del numero 19 transalpino, lodato dallo stesso Thiago Motta pubblicamente, che ha definito la sua gara completa e ottima, segno che il treccioluto Khephren sta entrando pienamente nei meccanismi ed è in grado di dare un contributo di livello, come tutti si attendevano. Prestazione pregiata contro i friulani, che è rimasta nelle retine di tutti gli osservatori, forte di coperture, scorribande, dribbling, dinamismo, visione di gioco e un gol a metà con il portiere Okoye, insomma, Thuram si sta prendendo la Juve come tutti i tifosi, e non solo, speravano e si auguravano. Anche perché il suo talento da uomo della mediana è indubbio, e questa sua poderosa salita di tono fa molto ben sperare, per scorgere in maglia bianconera una continuità di prestazioni che era mancata sino a qui. Faceva strano osservare il ragazzo arrancare farraginoso, non essere propositivo, decisivo e devastante nel cuore del terreno di gioco, lui con una prestanza fisica imponente, tecnica notevole e un curriculum di grande impatto, inseguito da tanti club importanti. Ora Thuram sta bene e quell’impennata di rendimento che tutti hanno notato fortemente, deve diventare una consuetudine, a partire da questa sera contro il Lille: da francese conosce a menadito il campionato transalpino e gli avversari di questa sera di Madama. Motivo in più per attendersi, anche da lui, una gara di preziosa caratura e di dominio della fascia del centrocampo, da stantuffo abile in entrambe le fasi; la Juventus ha constatato tutto ciò e lo ha mandato in conferenza di presentazione della gara, e le sue non sono state parole banali. La sua esultanza alla Pogba, per il gol in comproprietà siglato, non è passata inosservata e ha portato entusiasmo nei tifosi, ma giustamente Kheph ha tenuto subito a puntualizzare un concetto: “Non mi sento l’erede di Pogba, cerco di essere la miglior versione di me stesso: punto solo a quell’obiettivo”.
Dichiarazione intelligente e saggia, Pogba è stato e rimarrà unico, ma Thuram può crescere tantissimo e fornire grandi prove con la maglia della Vecchia Signora, in fondo è stato acquistato per questo. Molto interessante un altro passaggio del suo discorso, che conferma come le pedine del nuovo centrocampo juventino siano state scelte con peculiarità, atte a costruire un reparto compiuto e totale:” Tutti i centrocampisti in rosa hanno caratteristiche differenti: io porto più la palla, provo a spingermi in avanti sempre mantenendo equilibrio, il fatto che ognuno di noi sia unico ci permette di avere tante alternative”. Ovvero, tutto ciò che non è accaduto nelle passate versioni della Juventus, con uomini che, presi singolarmente potevano anche dire la loro sul campo, ma che in un sistema di squadra non si completavano affatto, risultando slegati e poco efficaci. La sfida di Champions di stasera è un crocevia importante per il percorso europeo della Juve, e sarà una riprova importante per Thiago Motta e i suoi ragazzi che, quasi mai, sono riusciti a ripetere due risultati vittoriosi con prove brillanti, in maniera consecutiva. Ebbene, la speranza è che la concretezza e la vitalità mostrate a Udine possano rivelarsi un nuovo inizio di percorso. E il match contro il Lille può rappresentare la reale riprova che la Juventus ha svoltato e sta crescendo in tutte le sue componenti. Anche allo Stadio Pierre Mauroy il centrocampo sarà fondamentale, per sprigionare energia, equilibri, vigoria, rifornimenti, filtro, protezione difensiva e raid offensivi, con un Khephren Thuram sugli scudi, e protagonista del match: perchè il francese ci ha preso gusto e non ha più intenzione di fermarsi.
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