Il progetto Thiago ha bisogno di Tempo e Pazienza ma se non si segna…

Il progetto Thiago ha bisogno di Tempo e Pazienza ma se non si segna…TUTTOmercatoWEB.com
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martedì 24 settembre 2024, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
I piani del neo allenatore juventino proseguono: oltre a non subire reti c'è il bisogno pressante di ricominciare a segnare

Il mercato estivo doveva mutare e sovvertire la Juventus, e così è stato. Via al nuovo progetto capitanato da Thiago Motta con otto nuovi giocatori, staff tecnico fresco di nomina e ovviamente un nuovo allenatore, insomma una vera rivoluzione in casa bianconera. Il tutto concertato, slalomeggiando tra tante problematiche di bilancio, la ricerca della sostenibilità, e la scelta assoluta di cambiare rotta e filosofia calcistica. Facile pensare, dopo un inizio scoppiettante a livello di gol fatti, prestazioni e risultati, che giungesse il momento più delicato, quello della vera e propria fase di costruzione applicata, quella dei meccanismi da inserire in un gruppo nuovo, completatosi solo allo scadere del gong finale del mercato estivo. Motta vuole infondere, giustamente, i propri dettami di un calcio fatto di più caratteristiche, inserendo movimenti, concezioni e automatismi che hanno necessità di tempo per venir assimilati e poi rispecchiati sul campo, considerando che tanti giocatori sono appena giunti, e il lavoro da fare è tanto. Alcune cose si sono già viste, con buoni risultati, altre no e sono certamente work in progress, ma la stagione procede e i tifosi, dopo un entusiasmo iniziale stellare, si attendono risposte o perlomeno miglioramenti da una gara all’altra. Servono Tempo e Pazienza, inutile girarci attorno, solo con questi due capisaldi, uniti a nervi d’acciaio, la Juventus potrà crescere e arrivare allo status che il Mister juventino pretende di raggiungere insieme ai suoi ragazzi, però è inevitabile e doveroso gettare l’occhio sulle prestazioni di Madama in questo primissimo scorcio di stagione.

Ciò che è balzato alla ribalta è sicuramente un fattore, quando la Juve incontra squadre organizzate, compatte, portatrici di pressing e capaci di otturare tutte le linee di passaggio, i giocatori bianconeri faticano tantissimo a trovare intuizioni e sbocchi per la manovra: è accaduto nelle partite casalinghe con Roma e Napoli (due big match) ma anche con la rivelazione Empoli, sfida che tra l’altro poteva finire malissimo all’ultimo secondo se non ci fosse stato un intervento difensivo, a valanga, da parte di capitan Gatti. Questo principio è diventato vivido e chiaro nella mente di tutti, prova ne sia che da questi tre match sono usciti solamente tre 0-0 consecutivi, fattore che non si verificava dalla stagione 91\92 con Giuanin Trapattoni seduto in panca. L’impressione ricavata da questi tre pari a reti bianche è quella di una Juve alla quale sono prevalentemente mancati gli spunti in velocità, le soluzioni rapide e le giocate di qualità che potenzialmente tanti giocatori hanno, sia sugli esterni che nel cono centrale, con un’impostazione delle azioni spesso poco fluide, sottoritmo e con tanto palleggio orizzontale e poco verticale. La qualità nella rosa della Vecchia Signora c’è, esiste, ma va praticata con più coraggio e insistenza, anche rischiando qualcosa in più, altrimenti il rischio concreto è quello di assistere ad una squadra bloccata che fatica in maniera, immane, nello sviluppo del gioco. Osare è un termine che Thiago Motta conosce molto bene, va applicato sul terreno di gioco, con insistenza, di pari passo con la crescita e l’inserimento dei tanti nuovi giocatori sbarcati alla corte di Madama. Il dato degli zero gol subiti in campionato è decisamente eccellente, in questo momento la retroguardia della Goeba è la migliore in Europa, un risultato sicuramente considerevole soprattutto nel nostro campionato e non va sottaciuto, ma non prendere gol è importante quanto segnarne.

E in questo momento, tralasciando la scintillante prova di debutto Champions con tre gol marcati, la Juve fatica immensamente ad arrivare a rete. La squadra entra poco in area avversaria, crea rare occasioni da gol in partita, problema atavico riscontrato almeno negli ultimi 5 anni, e ancora più con difficoltà riesce a centrare il bersaglio. Sarebbe troppo facile puntare il dito solo contro Vlahovic, marcatore di una doppietta a Verona, la verità è che deve essere tutta la squadra a mettere il centravanti in condizioni di essere rifornito, al meglio, per inquadrare il perimetro di porta, considerando anche il potenziale offensivo in possesso di altre pedine che compongono il pacchetto mediano ed avanzato bianconero. Vlahovic deve migliorare parecchio, lo ha detto più volte Thiago Motta, sottolineando come gli aspetti psicologici di Dusan vadano tenuti a freno per disputare ottime performance, ma il problema del gol sottende a tutta la squadra ed è responsabilità di tutti. Insomma, va bene non prendere gol (cosa basilare) ma questa Juve ha bisogno di ricominciare a segnare per proseguire proficuamente il cammino in campionato. Thiago Motta qualcosa deve mutare, sta a lui trovare le giuste contromisure, mantenendo gli equilibri della squadra dalla cintola in giù, apportando qualche modifica e infondendo coraggio e voglia di osare ad esterni e centrocampisti. Il calcio moderno è questo, solo con la qualità delle giocate, la superiorità numerica creata da dribbling e inserimenti rapidi, si costruisce la differenza rispetto agli avversari.