Forza mentale e gioco: le chiavi di volta della Juventus

Forza mentale e gioco: le chiavi di volta della JuventusTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa
martedì 29 ottobre 2024, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
La pazza partita contro l'Inter ha ridato alla Juve l'entusiasmo e la volontà di migliorare, basandosi su mentalità e gioco

Il big match contro l’Inter ha ridato entusiasmo ad una Juventus che sta cercando di salire tutti gli step per crescere. Nonostante le assenze pesantissime, Bremer su tutti, questa Juve ha dimostrato l’assoluto bisogno di cimentarsi in gare che ne decretino la forza e la struttura mentale, passando per il gioco e la consapevolezza. Tutti e quattro i gol siglati a S. Siro sono arrivati su azione, segno che la Juventus, anche quando si trova profondamente sotto nel risultato e con il morale non certo allo zenith, risulta una compagine tosta che non smette mai di pensare gioco, impostando la manovra. Certo, nel match contro i nerazzurri, si sono notati tantissimi abbagli soprattutto nella retroguardia orfana della roccia Gleison: i primi tre gol incassati hanno denotato grossi e gravi errori di valutazione, e di poca reattività, di un pacchetto difensivo che aveva incassato solamente 1 gol nelle prime otto di campionato. 4 reti da raccogliere in fondo alla propria porta, in una sola partita, sono davvero un’enormità, unica consolazione è stato il pareggio in extremis di una Juve che, ha rischiato di vincerla sul gong finale. Palese che da domani contro il Parma, serva ritrovare l’elisir capace di mantenere la propria porta protetta, e possibilmente inviolata, come accaduto prima della sfida di Milano; i grandi obbiettivi si raggiungono partendo da una difesa tetragona, strenua e dinamica, per poi alzare immediatamente il baricentro e dispensare giro palla veloce e attacco degli spazi sulle corsie laterali e nel cono centrale.

I diktat scanditi da Thiago Motta ai propri giocatori sono ormai chiarissimi, tutti sul pezzo, mentalizzati, senza sgarrare di una virgola, lo si è visto anche al momento delle sostituzioni: allenatore elettrico, carico come una pila atomica, che indottrina e si fa sentire da chi sta subentrando, con un chiaro richiamo all’attenzione, alla concentrazione, ai dettagli e alla fame da esplicitare sul terreno di gioco. La cosiddetta forza mentale, quella che ti fa stare sempre in linea con la partita e gli episodi che si susseguono, anche in una sfida bellissima ma dall’alta soglia di follia, come quella andata in scena domenica sera. Quella forza psicologica che deve assistere e sostenere tutti gli interpreti sul campo, consentendo loro di osare, rischiare e provare giocate che possano spaccare la gara; i casi di Conceicao, Yildiz, McKennie e Cabal, rifinitori, ideatori o autori delle reti di Madama ne sono un lampante esempio. Thiago Motta nella conferenza pre Inter aveva dichiarato testualmente:” Non lavoro sulla testa dei miei giocatori: alla Juve le esigenze sono altissime, vista la storia del club”. Beh diciamola tutta, quella proferita dall’allenatore italo brasiliano è una mezza verità, soprattutto alla luce di quanto visto nell’ultimo match. Un allenatore moderno deve essere, anzitutto, un ottimo psicologo e motivatore per gestire uno spogliatoio come quello bianconero, mettendo a proprio agio tutti i ragazzi facenti parte della rosa, e stimolandoli a superare i propri limiti con la consapevolezza di poterlo fare, poi chiaramente sono sempre le performance e i risultati, ottenuti in gara, a fornire ulteriori particolari inerenti gli obiettivi per cui lottare.

Essere credibile è la prima dote di un allenatore che incontra e sposa un nuovo gruppo, che illustra un nuovo progetto tecnico e tattico, e per renderlo vincente serve un lavoro costante, continuo, quotidiano, in tutti gli ambiti, partendo dalla testa dei giocatori. Un’espressione colorita che rende l’idea dell’attaccamento di un gruppo è quella spesa qualche anno fa per alcuni allenatori: per il Mister i giocatori si butterebbero nel fuoco. Una frase immaginifica e fantasiosa che, però, rende l’idea dell’impegno e della devozione di un gruppo che deve credere fedelmente alle nozioni del proprio taumaturgo, seduto in panchina. Vedremo se sarà così anche alla Continassa, intanto il gioco e la forza mentale della Juve sono due punti cruciali da cui ripartire per affrontare le prossime sfide, ben sapendo che servirà crescere di volta in volta, recuperando gli assenti importanti. Facile pensare a Nico Gonzalez e Koopmeiners, uomini acquistati sul mercato per fare la differenza in bianconero. Già domani sera, contro il Parma di Pecchia, questa Juve ha bisogno di confermare quanto visto di buono a Milano, migliorando sensibilmente i troppi alti e bassi osservati durante la gara, la fragile fase difensiva e la velocità di crociera in mezzo al campo. Solo i prossimi impegni ci diranno se la pazza serata di S. Siro, è diventata la chiave di volta in stagione per questa nuova Juventus, targata Thiago Motta, l’alchimista non convenzionale che con il bianconero addosso vuole vincere, per aprire un ciclo.