La Juventus perde la cosa più importante!

La Juventus perde la cosa più importante!TUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:01Editoriale
di Roberto De Frede
"Balaustrata di brezza per appoggiare stasera la mia malinconia". Giuseppe Ungaretti, ‘Stasera’

Il tifoso bianconero, primo fra tutti chi Vi scrive, è stato tratto in inganno, un dolce raggiro, più desiderato che reale. Domenica scorsa il mio editoriale aveva il profumo della rinascita primaverile, della riscossa, della voglia di cogliere al volo il fiore della possibilità di combattere per arrivare in vetta alla classifica, nonostante tutto. Sì, per qualche giorno ho creduto possibile che la Juventus potesse aspirare al tricolore. Attenzione, è qui l’inganno: mi riferivo alla Juventus, non a questa squadra che si fregia dei colori della Juventus, ma tutto è tranne che la Juventus. Ernest Hemingway, se fosse stato juventino, probabilmente una sua famosa frase l’avrebbe esclamata non solo pensando alla Grande Guerra, ma anche accostandola al presente bianconero: per costruire a volte ci vogliono secoli, per distruggere basta poco.

Per un attimo ho immaginato le rimonte storiche, i grandi campioni, i capitani condottieri, i veri allenatori; il Presidente, quello che lasciava la tribuna dopo 45 minuti, andava a parlare alla squadra negli spogliatoi e poi preferiva isolarsi per soffrire di meno, si chiudeva nel suo ufficio, faceva un solitario e aspettava che gli venissero a dire com'era andata la partita; l’Avvocato, colui che incarnava lo spirito della Juventus, onnipresente a centuplicare le forze della sua amata squadra. Una pura illusione. Sono stato indotto dal nome, dal blasone e dalla storia della Juventus ad un errore dei sensi, della mente, dell’animo che ha alterato la triste realtà. Che malinconia!

Questa squadra umiliata e sconfitta senza appello dall’Atalanta, abbandonando l’ultima speranza di giocarsi il campionato fino alla fine, è allo sbando e senz’anima.

La Juventus ha perso non solo coppe e campionato, ma un qualcosa di più importante: la sua ombra, quella che oscurava gli avversari annichilendoli. L’uomo senz’ombra è colui che perde i legami col passato. Senza il legame col passato non c’è identità, e senza identità non ci sono più le persone, ma solo un gregge anonimo e indistinto di individui atomizzati e sradicati, dei mercenari disposti a trasferirsi e a lavorare in qualsiasi posto, sotto qualsiasi padrone, perché non hanno più un ancoraggio affettivo e ideale con la propria storia e con le proprie radici. Come inesorabile conseguenza scompaiono anche la fierezza, l’amor proprio, il senso di donare agli altri e a se stessi emozioni. Chi non ha più un legame forte con il mondo dei ricordi e con la terra dell’infanzia è come una nave senza alberi e senza vele, trasportata a casaccio dai venti e dalle correnti, e inevitabilmente destinata a naufragare, prima o dopo, contro qualche ostacolo che l’equipaggio non sarà in alcun modo capace di evitare.

La Vecchia Signora è simile a quel Peter Schlemihl del romanzo di Adelbert von Chamisso, che vende la sua ombra ad un personaggio misterioso che, alla fine, si rivelerà essere il diavolo, in cambio di una borsa magica, dalla quale è possibile estrarre all'infinito monete d'oro. È sì divenuto ricco, ma infelice perché avendo perso il legame col passato e la sua essenza più vera e profonda, non viene più considerato, restando nell’indifferenza, senza l’essenziale per condurre la vita. Quando avviene ciò, si decade dalla condizione umana e ci si avvia verso un grigiore dal quale è complicato uscirne.

Osservare tutto questo, sentirlo sulla propria pelle è di una rara malinconia, che soltanto penne immortali possono descrivere. In Finestra sul vuoto Raymond Chandler ritrae il detective Philip Marlowe che parla a se stesso alla chiusura di un caso: «E mentre vedevo la casa sparire provai dentro di me una sensazione strana, come se avessi scritto una poesia molto bella e l’avessi perduta e sapessi che non l’avrei più potuta ricordare». O nel Lungo addio, quando un poliziotto dice a Marlowe: «Arrivederci, amico. Non le dico addio. Gliel’ho detto quando aveva un senso. Gliel’ho detto quando ero triste, solo e alla fine».

Io voglio dire allora addio a questa squadra senz’ombra, ma urlare un arrivederci a presto alla mia vera Juventus, che ritornando possa oscurare con la sua forza tutti gli avversari e vincere come la sua storia impone, e che emozionandomi nuovamente possa dedicarle a squarciagola You'll Never Walk Alone, come tutti i suoi tifosi bramano di fare.

ArrivederLa Vecchia Signora, mi raccomando allegra, in ottima compagnia e infinitamente trionfante, mai più Triste, solitario y final…!

Roberto De Frede