Thiago Motta vuole smentire la vetusta mentalità italica sui giovani

Thiago Motta vuole smentire la vetusta mentalità italica sui giovani TUTTOmercatoWEB.com
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venerdì 30 agosto 2024, 00:00Editoriale
di Franco Leonetti
In Italia i giovani vengono impiegati con il contagocce, Thiago Motta sta sovvertendo questo concetto e i risultati sul campo premiano la sua idea

Pronti via, e Thiago Motta ha dato subito una bella spazzolata a quelle radicate idee sui giovani, tipicamente italiche. In sole due partite di campionato, il neo allenatore juventino non ha avuto problemi a schierare alcuni ragazzi, invece che campioni affermati e nuovi acquisti, attesi da tutto il popolo bianconero. Per chi non conosceva il Mister italo brasiliano è scattata immediatamente la sensazione di perplessità e stupore, chi invece ha seguito, passo a passo, la sua carriera non si è sorpreso più di tanto. Gli allenatori, spesso in conferenza, annunciano mosse mascherate o cercano lo zero a zero dialettico per confondere le tonalità del discorso ai media, Motta invece va dritto per la propria strada, operando scelte strategiche che possano portare la sua squadra ad ottenere il massimo risultato, accomunato dalla resa ottimale delle forze schierate in campo. Quando annunciò la prima volta: “Io non guardo all’età o al curriculum di un giocatore” l’opinione pubblica e le fonti d’informazione non ci fecero molto caso, meditando su un concetto: la Juve è altra cosa rispetto alle piazze allenate in precedenza, quindi probabilmente anche il nuovo Mister dovrà adattarsi. Invece no, la filosofia mottiana si è estrinsecata, in maniera scintillante e limpida, sin dall’esordio casalingo in campionato: fuori capitan Danilo e il quotato Douglas Luiz, dentro Cabal a sinistra e soprattutto Mbangula a sfrecciare sull’out mancino. Nel calcio contano i fatti, e Samuel Mbangula, a dispetto del suo vero esordio in serie A, ha confezionato una gara con i fiocchi, mettendo a segno un gran bel gol che ha aperto le marcature bianconere; una rete importante per sblocco del risultato e, in assoluto, la prima segnatura della stagione ufficiale di Madama.

Segno che Thiago seguirà la sua linea e saprà stupire, centrando altre mosse imprevedibili, lungo l’intero arco della stagione. A Verona è successo lo stesso, conferma dell’attaccante belga nell’undici iniziale e fiducia a Nicolò Savona, entrato già in campo nel secondo tempo contro il Como, che ha debuttato come titolare della Vecchia Signora, ammaliando per le sue movenze, il tasso calcistico di qualità e per un gol di testa che ha scatenato l’entusiasmo di tutti. Insomma, Thiago Motta sta cercando, nel suo piccolo, di sovvertire l’atavica e ammuffita concezione, tutta italica, della politica dei piccoli passi con i giovani, ripetuta ad libitum da allenatori, dirigenti e osservatori di calcio: ovvero la linea verde va inserita gradualmente, va protetta, altrimenti si rischia di bruciarla. Thiago, da questo punto di vista va in netta controtendenza, si fida di ciò che ha osservato nella preparazione estiva e di quello che tocca con mano negli allenamenti quotidiani, poi in base a ciò che un calciatore può fornirgli nella singola gara lo schiera: questione di mentalità e di atteggiamento, sia dell’allenatore che dei ragazzi che allena. Un modo per cementare il gruppo, tenendo tutti in piena considerazione, dando origine ad un mix di campioni, giocatori d’esperienza e giovani virgulti vogliosi e desiderosi di prendersi la scena. Sia chiaro, non sarà una formula totale e oggettiva, ma per il momento i risultati sono giunti e anche con ottima padronanza di campo, innescata da movimenti, spaziature e sviluppo gioco.

Il credo di Motta appare cristallino: chi mi può dare una marcia in più nei singoli ruoli verrà schierato, indipendentemente da esperienza ed età, una vera bomba scagliata sul terreno nemico, quello ancorato a vecchie concezioni che, anche all’estero, trovano sempre meno riscontri. E al Bentegodi, fedele al credo dettato del: “mi interessa molto il comportamento dei giocatori che entreranno a gara in corso”, il neo allenatore juventino ha immesso sul prato di gioco lo svedese Jonas Jakob Rouhi, 2004, e addirittura l’italiano Lorenzo Anghelè, classe 2005. Poi qualcuno potrà obiettare che una Juventus incompleta, per questioni di mercato e qualche infortunio, aveva necessità di attingere al serbatoio dei ragazzi: tutto vero, ma la visione di Thiago Motta è quella occhieggiata nelle prime due gare vittoriose in campionato, ben sapendo che ogni match ha la propria storia, le proprie premesse e differenti scelte strategiche, pensate e adottate, per arrivare al successo. “Io non guardo all’età o al curriculum di un giocatore” sa già di un ariete lanciato a tutta velocità verso un portone sbarrato da decenni, innalzato da una mentalità tipicamente conservatrice, sa di spallata importante per tentare di combattere una certa tipologia di visione ormeggiata nel passato, e chissà che questa non sia la volta buona per un pieno cambiamento a riguardo di opinioni antiquate. Il tutto, ovviamente, sempre supportato dai risultati e dalle vittorie, che nel calcio non possono e non devono mai mancare e appaiono come la panacea di tutti i mali. Siamo solo all’inizio di stagione e va fatta la tara degli avversari incontrati, Como e Verona, ma il mantra di Thiago Motta rappresenta la cosa più interessante vista al momento in campionato, naturalmente accompagnata dal punteggio pieno ottenuto che pone, momentaneamente, la Juventus sopra tutte le pretendenti. Largo ai giovani, se è Thiago Motta a dirigerli dalla sua panchina.