Le Contropagelle di Juventus-Inter, a cura di Marco Edoardo Sanfelici

DI GREGORIO 6,5 Si oppone alla grande ad una rovesciata di Taremi, pericolosa perché improvvisa, ma abbastanza telefonata. Poco altro, se si eccettua una grande deviazione su tiro di Thuram nerazzurro sul palo a vantaggio acquisito, ma era offside, ovviamente fischiato 10 minuti dopo la fine dell’azione.
WEAH 7 Dalla sua parte i “cartonati” non attaccano mai e il motivo è la presenza del Timothy cazzuto. La pressione sul Di Marco “tantaroba” è totale e costante, fino a costringere Inzaghi alla sostituzione. Rilancia in corsa almeno 4 azioni nella ripresa.
GATTI 7 Il cuore bianconero che dà un senso alle maglie dei compagni. Aveva Lautaro da marcare, robbetta. Gli riserva solo qualche spunto da antisportivo per antonomasia a partita finita, quando, terminato il campo, inizia l’extracampo, dove gli interisti sono imbattibili. Veramente il capitano meneghino mette sulla traversa una grande occasione, peggio per lui.
VEIGA 7 Acquisto capolavoro di Giuntoli, quanno ce vo’, ce vo’. Entrato con estrema naturalezza nei meccanismi juventini, non ne esce più per manifesta superiorità. Non solo sa giocare la palla in uscita, ma rintuzza chiunque gli si presenti e soprattutto fa giocare più rilassata tutta la difesa. Sarà un caso che DiGre lo chiama e gli parla sempre?
SAVONA 5 Gli dicono che deve marcare Dumfries, ma si dimenticano di fargli vedere la fotografia e così non lo individua per un’ora. Poi il mister pone fine alla “via crucis” del terzino, rimediando ad un grosso errore del suo sacco. (CAMBIASO 6 Basta un giocatore di ruolo che trasformi in spinta le azioni difensive e il carrarmato olandese “buca” i cingoli. Nulla di speciale, solo un pizzico di logica, che non guasta mai)
THURAM 6 Quanto è bello quando palla al piede taglia il campo in progressione seminando gli avversari come birilli...ma ‘ndo vai se l’appoggio nun ce l’hai? Ci mette il fisico nei contrasti, ma non scarica mai al suo compagno vicino. Una littorina che rischia di uscire dal gioco per troppo possesso palla e che rischia di innescare un’azione micidiale a causa di una palla persa per non averla passata. E Motta lo cambia subito, chissà perché? (LOCATELLI 6 Serve capacità di gestione e Manuel è maestro. Si smarca per dettare il passaggio e scarica, poi tiene palla con scarico successivo verso la profondità. E il tempo passa…)
KOOPMEINERS 6,5 La versione forse migliore dell’intera stagione. Meriterebbe anche la rete del raddoppio, ma Dumfries gliela nega salvando sulla linea a Sommer battuto. Resta a pieno titolo nella gara, giocando a supporto della manovra e rinculando per difendere. Domanda al mister: se invece di fargli battere corner e punizioni, lo mettesse al limite dell’area a ribattere le respinte, consegnando i calci d’angolo e il resto a qualcun altro, magari qualche rete da fuori area la vedremmo…
CONCEICAO 7,5 Ne schiaccia 2 da solo, togliendo Di Marco e Bastoni dal gioco offensivo prescritto. Li ubriaca talmente tanto che se da Appiano Gentile i due incontrano una pattuglia della Volante che gli fa la prova dell’etilometro, passano la notte in cella. Si propone zitto zitto in area a ricevere l’assist di Kolo e depone di giustezza la palla alle spalle di Sommer. Il Folletto che spiana la Benemerita. (YILDIZ 6 Cambio per lo meno rischioso, in un momento di forcing interista. Occorrerebbe un boscaiolo che tranci la legna, se ci fosse. Forse Mbangula servirebbe maggiormente a costringere gli avversari alle rincorse. Sta di fatto che il turchino ce la mette tutta, ma il fisico è quel che è. Ci pensano i compagni e tutto finisce in gloria)
McKENNIE 6,5 Capitano di serata e grande prestazione di cose concrete e battaglie senza paura. Nel tempo iniziale, quando la squadra soffre lungamente la supremazia dei detentori della Marotta League, si propone a dettare appoggi e si butta nella mischia per conquistare palloni. Peccato che sia l’unico porta borse nella terra di mezzo.
NICO GONZALEZ 7 E’ il primo che concretizza un pericolo per la difesa avversaria, poi lotta senza esclusione di colpi nella contesa di una palla che sembra andare sempre verso “quelli là”. Non cede un metro nella ripresa e quando parte palla al piede dal limite dell’area per prendersi un fallo all’altezza della linea dell’area di rigore opposta, esalando l’ultimo respiro, il cuore del tifoso esulta come davanti al panorama di Torino da Superga. Un lacrimone viene giù dalla pupilla sinistra in un abbraccio virtuale lungo come l’amore per la maglia bianconera.
KOLO MUANI 7 Veni, vidi, vici. Come un novello Giulio Cesare che dispone le truppe attorno a sé e non concede più niente a chicchessia. Difende il pallone con tenacia, prendendo anche le botte e lottando come un leone. “Cantami o diva, del Kolo Muani, il dribbling “bailado” con scarico a Cico e goal. Per Dusan la vedo durissima, ma tant’è…
THIAGO MOTTA 7 C’è farina del suo sacco in questa vittoria. Andiamo con ordine: formazione iniziale da interrogazione parlamentare; Inzaghi ringrazia e l’Inter domina. Ma non segna. Ripresa con richiamo all’attenzione ai duelli. Non se ne stanno vincendo e diventa dura. Sta di fatto che entra in campo una Juventus finalmente degna della sua storia. L’Inter arretra e i suoi attacchi non sono più fin troppo facili come nel 1° tempo. La Juve prende campo, fino a costringere i prescritti ad inseguire. Cambiaso rileva Savona ed anche il buco a sinistra si chiude e per Inzaghi è l’inizio della fine. Locatelli contribuisce a gestire il tempo che separa il vantaggio dalla fine della partita; Yildiz un po’ meno ma è generoso pure lui. E la vittoria si concretizza con la caratteristica di un risultato del gruppo, come pochissime altre volte in questa stagione. Motta incide nei cambi e nella chiarezza del messaggio che ha inculcato nelle teste dei suoi nell’intervallo. E’ una grande vittoria che può aprire scenari fino a pochi giorni fa insperati e tutto perché questa è una vittoria voluta e cercata e non frutto del caso come nel passato recente, Ora sta all’allenatore rendere consapevoli i suoi ragazzi, step successivo tanto importante quanto assolutamente necessario. Ora mente e cuore ad Eindhoven, ma la Juve c’è. Si riprende il filo del discorso interrotto troppe volte.
Marco Edoardo SANFELICI
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