La Juve di Tudor: i primi segni del cambiamento rispetto a Motta

La cura Tudor ha avuto i primi effetti sulla Juve, rispetto alla gestione Motta. Sotto il profilo tattico si è passati ad un 3-4-2-1 e il gioco è palesemente più verticale. Il doppio trequartista sta premiando le caratteristiche di Yildiz e Nico Gonzalez sembra un altro giocatore. Certo, il nuovo vestito tattico tattico penalizza gli esterni puri, in particolare Concecicao. Sul fronte del possesso palla, si è passata dall'eccesso di controllo della partita, alias sterilità, all'avere il pallone tra i piedi nella parte avversaria del campo e soprattutto con l'idea di creare occasioni da gol. Così si ha il vero domino della gara, anche perché l'altra squadra è costretta a stare lontana dall'area bianconera, con meno rischi quindi di subirne il gioco. Il primo tempo contro la Roma pè stato l'esempio lampante di tutto questo. I giocatori messi nel proprio ruolo completano poi il quadro.
L'aspetto fondamentale poi è l'autostima e la consapevolezza ritrovate dal gruppo, grazie al modo diverso che ha Tudor di relazionarsi con i giocatori. Bentornata empatia, latitante con il precedente tecnico. Igor è stato chiaro sin dal giorno in cui fu presentato: "Devo responsabilizzare tutti". Così ognuno ha più sicurezza e nessun crollo in situazioni di difficoltà. Semmai aumenta il coraggio. Per esempio dopo il pari della Roma, si pensava ad un possibile black out. Invece, salvo una fase di calo, c'è stata la voglia di provare a tornare di nuovo in vantaggio per portare a casa il bottino pieno. Resta da risolvere qualche problema, per esempio le palle inattive sia in fase di attacco che in difesa. I primi chilometri percorsi dalla Juve di Tudor, però, fanno pensare che la strada intrapresa sia quella giusta. Il traguardo da raggiungere si chiama Champions League.
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