Juventus: l'analogia tra questa stagione e l'ultima del Trap
Il secondo ciclo di Massimiliano Allegri alla Juventus sembra seriamente volga alla conclusione. L’impressione è che la Vecchia Signora sia a un punto di svolta come lo fu quando chiamò Antonio Conte o ancora meglio quando nel 1994 affidò la guida tecnica a Marcello Lippi. Probabilmente la rivoluzione arriverà con un anno di ritardo, visto che avrebbe avuto maggiore senso farla in concomitanza dell’arrivo di un nuovo ds come Cristiano Giuntoli, così come a suo tempo avvenne con Luciano Moggi.
Se si torna indietro al 1994, quando Giovanni Trapattoni fu sostituito nonostante il secondo posto, troviamo un’ulteriore analogia con quella che volge al termine. Come dimostrano i dati di Transfermarkt sui calciatori impiegati quest’anno da Max Allegri, l’età media è di 25,8 anni, ben più bassa dei 27,1 dello scorso anno e comunque della media dei 9 scudetti consecutivi, ma soprattutto è l’età più bassa proprio degli ultimi 30 anni, ovvero dall’ultima Juve del Trap, la cui età media dei giocatori impiegati fu 25,3 anni.
Posto che così come i meriti anche le responsabilità vadano sempre equamente divise tra società allenatore e calciatori, uno dei dati di fatto degli ultimi anni bianconeri è che con l’abbassamento dell’età media si è anche abbassata la qualità, l’esperienza e la forza mentale della rosa della Juventus. E la preoccupazione oggi è superiore rispetto a quando avvenne la rivoluzione del 1994. Sì, perché a quei tempi a Torino c’erano già diversi calciatori di elevata caratura, come Roberto Baggio, Gianluca Vialli, Fabrizio Ravanelli e compagnia, mentre in questo caso non si intravedono numerosi top in rosa. Insomma, non sembra possano bastare i pochi ritocchi che può permettersi questa Juve con le risorse limitate. Giuntoli dovrà essere molto creativo sul mercato e il prossimo allenatore avrà una brutta gatta da pelare, con l’obiettivo minimo, al solito, di centrare la qualificazione in Champions League.
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