Focus tattico: tra Napoli e il Benfica troppe carenze e poche certezze
Mercoledì, 2 ottobre 2024. Minuto 82 alla Red Bull Arena. Conceição mette dentro il gol del 2-3 contro il Lipsia in 10 uomini dopo una prestazione eccezionale e convicente degli uomini di Mister Motta. Il tecnico italo-brasiliano esulta correndo verso i suoi ragazzi buttandosi nel mischione dell’esultanza come se fosse uno di loro. Mercoledì, 29 gennaio 2025. Minuto 80 all’Allianz Stadium. Kokcu batte Perin e insacca lo 0-2 per il Benfica. Motta è con le mani in tasca nella sua area tecnica e china in capo senza nemmeno incrociare lo sguardo dei suoi giocatori. Sono questi i due momenti che fotografano il punto più alto e quello più basso della nuova gestione bianconera. E la sensazione porta a pensare che le immagini subito dopo il secondo gol dei portoghesi possano essere scalzate da altre ben peggiori. La prestazione nell’ultima giornata del girone unico della nuova Champions League è stata a dir poco imbarazzante sotto tutti i punti di vista. E dire che il primo tempo di Napoli ha dato belle senzazioni. La squadra, con in campo l’esordiente Kolo Muani, ha offerto una bella prestazione. L’ottimo palleggio, fatto di ottima pulizia tecnica, ha permesso ai bianconeri di arrivare più volte alla conclusione e di passare in vantaggio proprio con il francese. Pressing alto, difesa brava a scegliere i tempi e a difendere con campo alle spalle, correndo pochissimi rischi. Poi, al rientro in campo, più nulla.
La scelta di difendere con il blocco basso non paga né il fase di non possesso, dove i bianconeri predono due gol, né in fase di possesso, con poche e confuse ripartenza e zero tiri in porta all’attivo. L’incapacità di reagire al cambio di marcia del Napoli e al suo agonismo è stata inquietante. Contro il Benfica la rivoluzione dell’11 titolare non paga. Due fuori ruolo come terzini, Douglas Luiz Conceição e Vlahovic dall’inizio, non portano alcun miglioramento, anzi. Il buco di McKennie dopo pochi minuti dal fischio di inizio fa scattare un sol pensiero in molti tifosi bianconeri: “Non mi aspetto nulla, ma sono già deluso”. Esclusa l’occasione di Mbangula sullo 0-0, la Juventus non costruisce mai nulla di veramente pericoloso. Conceição, Yildiz e Mbangula sembrano giocare per conto proprio, mentre Vlahovic è preso nella morsa di Otamendi e Silva e non è mai pericoloso. L’insistenza di mettere palloni in mezzo senza riuscire mai a essere pericolosi è irritante. La fase difesiva è un disastro. Al netto dell’uscita di Kalulu il primo gol preso è un mix di errori tecnici e tattici letale. Gatti prova goffamente a intervenire dopo che la squadra sale su un lancio a palla scoperta senza preoccuparsi delle posizioni degli avversari. Il secondo gol subito arriva a 10 minuti dalla fine ma solamente perché il Benfica non ha poi affondato più di tanto, limitandosi a respingere in modo ordinato i confusi attacchi della Juve. In questo quadro generale, sembra difficile vedere una luce in fondo al tunnel. Speriamo che Thiago Motta si rimbocchi le maniche e che le mani in tasca, viste troppo spesso ultimamente, tornino a essere strumenti di indicazioni vincenti per la nostra Juventus.
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