ESCLUSIVA - Marchesi: "Mia Juve a fine ciclo, non come Allegri. Lui..."

ESCLUSIVA - Marchesi: "Mia Juve a fine ciclo, non come Allegri. Lui..."TUTTOmercatoWEB.com
sabato 6 maggio 2023, 07:00Primo piano
di Luca Cavallero

Riguardo all'imminente Atalanta-Juventus, la redazione di BianconeraNews.It ha intervistato in esclusiva Rino Marchesi, ex calciatore dei bergamaschi (1957-1960) e ex tecnico della Vecchia Signora (1986-1988).

Che tipo di match ti aspetti a Bergamo?

"Secondo me sarà molto interessante, specie in chiave Juve. La squadra che ho visto a Bologna e contro il Lecce mi è piaciuta molto di più. Vedremo se con l'Atalanta riuscirà a confermare il buon rendimento".

Come ti collochi nel dibattito "giochismo" e "risultatismo"? Meglio vincere anche a costo di non giocare bene - come sostiene Allegri - o perseguire sempre determinati principi di gioco?

"L'ideale sarebbe unire tutte e due le cose, ma non sempre puoi. Se non riesci, allora devi puntare a vincere e basta. Senza pensare al bel gioco. Su questo ha ragione Allegri".

Intravedi analogie tra la tua Juve a fine ciclo e quella attuale?

"No, sono due situazioni completamente diverse. La mia Juve era davvero a fine ciclo. Quella di Allegri no. Alla fine, il tecnico livornese è stato subissato dagli infortuni. Avesse avuto a disposizione i Pogba, i Chiesa e i Di Maria per tutta la stagione, sarebbe sicuramente stato un altro film".

A distanza di tanti anni nutri rancori o rimpianti sulla tua esperienza in bianconero?

"Assolutamente no. La Juve mi scelse, l'Avvocato mi chiamò e mi chiese quanto tempo mi sarebbe servito per riportare la squadra a vincere. Io dissi sei anni, lui mi rispose che mi sbagliavo, e che - invece - ne sarebbero serviti nove. Alla fine fui esonerato dopo due (ride ndr)".

Un tuo ricordo associato a una sfida tra Juve e Atalanta che hai disputato da allenatore o da giocatore?

"Mi viene in mente il quarto di finale di Coppa Italia del 1963 da calciatore dell'Atalanta, contro la Juve. Andammo a oltranza ai rigori. Alla fine passarono i bianconeri soltanto per lo sfortunato lancio della monetina, che - meno male - oggi non esiste più".