Elkann dice "no, grazie" a Ceferin: avanti con la SuperLega a qualsiasi costo
La guerra prosegue senza esclusioni di colpi. Da una parte lo scatenato Ceferin che sta ottenendo la vendetta che voleva nei confronti di Agnelli e della Juventus, portando avanti l'offensiva anche in Spagna contro Barcellona (caso Negreira) e Real Madrid (ma qui c'è il muro iper protetto da Perez), e dall'altra il tavolo apparecchiato per la (ri)nascita della SuperLega con un format nuovo, una società costituita e organizzata (A22 Sports) e un CEO, Bernd Reichart. Ma, soprattutto, un fondo molto ricco (800 milioni circa) gestito dalla JPMorgan che mantiene i contatti con tanti investitori in attesa di buone notizie entro l'estate.
Il prossimo importante passo, infatti, arriverà dalla risposta che la Corte di Giustizia Europea dovrà dare presumibilmente a cavallo tra la seconda e la terza settimana di luglio quando dovrà esprimersi sul ruolo "dominante" dell'Uefa. La risposta che gli organizzatori della SuperLega si aspettano è la conferma che per far nascere ufficialmente una nuova competizione europea non si debba ottenere un nulla osta dall'Uefa che, in tal caso, avrebbe una posizione dominante, una sorta di monopolio autorizzato che potrebbe essere messo in discussione dall'antitrust; in caso contrario, e quindi nel caso in cui la Corte di Giustizia Europea desse il via libera alla nascita di una qualsivoglia altra organizzazione sportiva, la SuperLega muoverebbe i prossimi decisivi passi per una nascita che potrebbe avvenire, nella migliore delle ipotesi, nell'arco di due anni.
Fremono gli investitori, fremono i club fondatori, in tal senso, la nostra fonte ci racconta di un tentativo che ci sarebbe stato qualche mese fa da parte dell'Uefa di raggiungere un accordo con la Juventus e con il proprietario John Elkann. Ceferin avrebbe chiesto al club bianconero di rinunciare alla SuperLega per ottenere un possibile sconto di pena in merito alla penalizzazione che l'Uefa si accinge ad imporre al club bianconero come, del resto, anticipò qualche quotidiano sportivo alla vigilia della semifinale di Coppa Italia titolando "maxi stangata in arrivo dall'Uefa", e come ha detto chiaramente, da membro Uefa, Evelina Christillin quando ha parlato candidamente di una Juventus fuori dalle coppe il prossimo anno per via dei rapporti non eccellenti con l'Uefa vista la presenza del club ancora nell'organizzazione della SuperLega. La nostra fonte ci racconta di un Elkann che neanche si è seduto a parlarne con Ceferin, si va avanti con la SuperLega ad ogni costo.
I tentativi sempre più incalzanti e forti di Ceferin e la resistenza, trasformatasi nel caso della Juventus e Barcellona in resilienza, da parte dei club fondatori sono il segnale evidente che la SuperLega si farà e sarà la fine dell'Uefa che sta anticipando la vendetta cercando di estromettere i club fondatori prima che gli stessi portino via squadre e introiti all'Uefa decretandone l'inevitabile fine.
Una guerra politica che si continua a giocare su più tavoli, in particolare in Inghilterra. Vi abbiamo già raccontato di come gli schieramenti siano da vero e proprio fronte bellico: da una parte America ed Europa (SuperLega), dall'altra Arabia Saudita, Svizzera e Russia (Uefa). Schieramenti che stanno cercando di entrare in gioco acquisendo pacchetti di minoranza o intere proprietà calcistiche per fare scacco matto alla nascente competizione dall'interno. Una delle battaglie più estenuanti si gioca a Manchester, città che già vede una forte proprietà araba quella di Khaldūn Khalīfa Aḥmad al-Mubārak, imprenditore e politico emiratino, membro di spicco del governo di Abu Dhabi, amministratore delegato della Mubadala Investment Company; la battaglia si gioca sul fronte United in vendita già da tempo, con il proprietario Avram Glazer, uomo d'affari americano, pressato dalla sua stessa famiglia nel vendere il club, e che avrebbe rifiutato un'offerta di 6 miliardi di dollari da un investitore arabo. Una resistenza che potrebbe nascondere la consapevolezza che ci sono ampi margini per la nascita della SuperLega che aumenterebbe esponenzialmente i ricavi futuri del Manchester United.
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