Di Gregorio: "Alla Juve grazie a Giuntoli. Ricordo Peruzzi. Buffon? Non ci ho parlato, ma le sue parole fanno piacere. Ecco il nostro obiettivo"

Di Gregorio: "Alla Juve grazie a Giuntoli. Ricordo Peruzzi. Buffon? Non ci ho parlato, ma le sue parole fanno piacere. Ecco il nostro obiettivo"TUTTOmercatoWEB.com
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martedì 30 luglio 2024, 14:21Primo piano
di Matteo Barile
La redazione di Bianconera News seguirà LIVE tutta la conferenza stampa del nuovo portiere della Juventus, Michele Di Gregorio: ecco le parole

Oggi la sala per le conferenze stampa dell'Allianz Stadium celebra la presentazione del terzo acquisto ufficiale di questo calciomercato estivo della Juventus. È cominciato da pochi istanti il primo incontro mediatico ravvicinato tra Michele Di Gregorio e i giornalisti. Bianconera News non perderà una battuta di questo evento, che, di fatto, rappresenta il primo atto ufficiale del nuovo portiere della Vecchia Signora. Di seguito, proponiamo tutte le parole dell'ex estremo difensore del Monza.

"Buongiorno a tutti! Ci tenevo a ringraziare tutta la società del Monza e colgo l'occasione per fare gli auguri al dottor Galliani, che oggi compie 80 anni".

Come va? Quali sensazioni stai provando?

"Le sensazioni sono quelle del primo giorno. Tutti i giorni sembra il primo giorno. È tutto bellissimo, specialmente le strutture che ho avuto modo di provare e vedere in prima persona. È tutto veramente stupendo".

Cosa ti ha spinto a venire alla Juventus?

"Quando è finito il campionato, ho parlato con Giuntoli e non ho pensato più ad alcuna soluzione o nessun'altra squadra. Ho dato la mia parola e quella ho mantenuto".

Qual è stato il valore principale che ti ha permesso di maturare, di crescere e di meritare il livello successivo, che ti ha permesso di conquistare questo palcoscenico importante?

"Penso di aver fatto un percorso dal basso. Mi ha aiutato giocare tanto, sbagliare, lavorare sugli errori. Secondo me, il lavoro e la costanza mi ha portato oggi a essere qui. Sono molto orgoglioso di essere qui".

Con il tuo arrivo si riannoda il filo della tradizione dei portieri italiani: hai pensato a questo aspetto e ti rende orgoglioso?

"La storia parla, ma anche, in generale per i portieri. La Juventus ha sempre avuto portieri di livello mondiale e, per me, è bellissimo essere qua. Io sono orgoglioso di essere qui anche per questo motivo".

Dove vorresti collocarti in mezzo a tutti questi mostri sacri bianconeri, che hanno fatto la storia della Juventus? Quali sono le tue ambizioni in questa squadra?

"Sono due domande, ma forse si racchiudono tutte in una. La mia ambizione è lasciare qualcosa come hanno fatto questi grandi portieri. Forse per struttura fisica ricordo Peruzzi, ma l'obiettivo è fare il massimo, continuare a crescere, migliorare e togliermi delle soddisfazioni".

La Juventus ha avuto una tradizione lunga e importante di portieri azzurri che hanno fatto la storia bianconera e della Nazionale. Pensi di poter arrivare a questo livello?

"Dal primo giorno in cui sono arrivato qua l'obiettivo è quello. Sicuramente la Nazionale e un obiettivo e lasciare il segno è un obiettivo. Servirà tanto lavoro e sacrificio, però so che sono nel posto giusto per poterlo fare".

Il mister sta insistendo col farti giocare coi piedi? Quanto è importante avere un portiere che possa essere un giocatore aggiunto?

"Sicuramente il mister non ci chiede cose strane. Ci chiede di essere di essere partecipi alla manovra e di avere personalità. Io credo che sia importante questo aspetto, perché il calcio sta cambiando. Tutti noi portieri ci stiamo allenando per essere d'aiuto alla manovra e per soddisfare le richieste del mister".

Che cosa significa fare il portiere nel 2024? Come lo concepivi da ragazzo, come lo concepisci oggi? Ti senti tutelato per essere il portiere titolare della Juventus per la prima giornata del prossimo campionato? Com'è il tuo rapporto con Perin e gli altri portieri della Juventus?

"Sicuramente, come ho detto, il calcio è cambiato. Siamo più coinvolti e questo è un aspetto che mi piace. Ci si deve arrivare con il lavoro, perché non è facile dire a un portiere di partecipare coi piedi ed essere bravo tecnicamente. Tuttavia credo fermamente che, con il lavoro, qualsiasi cosa si possa fare. Per quanto riguarda il mio rapporto con gli altri portieri è stato bello, perché ci siamo trovati subito, anche perché ci conoscevamo già da prima, visto che abbiamo scambiato qualche chiacchiera da avversari. Un saluto si scambia sempre coi portieri avversari. Con il gruppo portieri stiamo lavorando bene, quindi sono contento anche di questo. Io sono venuto qua per dare il massimo. Per me è una grande occasione e io darò tutto me stesso per mettermi a disposizione del mister al massimo delle mie potenzialità".

Qual è la pressione più grande? La pressione di sostituire Szczesny o di essere accostato a Peruzzi? Buffon ha parlato molto bene di te: siccome tiene molto d'occhio i portieri italiani, ti ha chiamato per farti l'in bocca al lupo o per darti qualche consiglio?

"Venendo qua alla Juventus si sa che si va incontro ad alcune pressioni, ma è la parte bella di questo sport e di questo mondo: mi spinge a migliorarmi tutti i giorni. Con Buffon non ci siamo sentiti, ma ho sentito le parole che ha detto su di me e mi fanno piacere. Sono davvero felice che pensi questo di me, visto che è stato il più grande della storia".

Qui all'Allianz Stadium sei stato accolto da una grande ovazione, perché si vociferava di un affare già in chiusura con la Juventus. Già allora eri un giocatore della Juventus. Avevi un idolo da bambino?

"La premiazione all'Allianz Stadium è stato un giorno bellissimo, perché è stato il raggiungimento di un obiettivo ed era un qualcosa che non mi aspettavo nemmeno. L'ovazione mi aveva fatto piacere. In quel periodo si leggevano tante cose, ma dopo, quando è finito il campionato, ho avuto m,odo di sentire il direttore (Giuntoli, ndr) e da lì c'è stata l'operazione. Non ho avuto idoli unici. Sicuramente grazie al Mondiale 2006, poi avevo parlato di Handanovic, che mi piaceva per il suo stile. Tuttavia non ne avevo uno in particolare".

Sei passato da una squadra che lottava per la salvezza alla Juventus. A livello di pressioni cambia qualcosa?

"Sono la cosa che rende bello il nostro mestiere. Cercando di spingerci per dare il massimo a farsi sentire pronti. Vengo da una realtà diversa, con pressioni diverse. Ricordo la mia prima in Serie A, c'erano pressioni. Aver fatto gli step mi ha portato a prepararmi mentalmente. Ora so benissimo di essere in un club con ambizioni molto alte, sto lavorando anche per questo".

Che gruppo hai trovato e quanto è stato importante il ritiro in Germania?

"Dal primo giorno mi sono sentito a mio agio, ho trovato un gruppo che mi ha accolto. La Germania ci è servita tanto a livello di gruppo non solo per conoscerci a livello di campo, ma anche al di fuori del campo. Quindi è stata una bella settimana anche in struttura molto bella. Abbiamo fatto anche delle esperienze. È stata una settimana bella".

Quanto ti senti distante dai top portieri del mondo?

"Al di là delle parole, c'è la riprova del campo. Proverò a dare il mio massimo ogni volta, poi tireremo le somme".

Pesa la maglia della Juventus?

"Sì, perché ci si aspetta tanto da questo club storico. È giusto che ci sia tutto questo ed è giusto sentire la pressione per cercare di spingerci al massimo e fare il nostro meglio".

Nello spogliatoio avete parlato di traguardi di squadra?

"Non ne abbiamo parlato nel dettaglio, ma vogliamo fare il massimo per noi stessi e per il gruppo. Questo è il nostro interesse, percjé solo così possiamo toglierci delle soddisfazioni". 

14:21 - TERMINA LA CONFERENZA STAMPA DI DI GREGORIO