Juventus, qualcosa non torna.
Eppure, qualcosa non torna.Il mercato della Juventus non si è ancora concretizzato ma tutti sanno tutto e concordano nel definire questa sessione estiva come una rivoluzione. Ci siamo detti che il limite di squadra della passata stagione era da individuare nell’allenatore. Ma se questo era il nostro problema di fondo e la rosa non era da buttare, come mai l’arrivo del nuovo tecnico coincide con una rivoluzione che non si vedeva da tempo in casa bianconera? Abbiamo tre portieri affidabilissimi, eppure il primo rinforzo di Giuntoli sarà Di Gregorio con conseguente lavoro da portare a termine, non semplice, con la cessione di Szczesny. Ci sono giovani di belle speranze ed altri già valutati dal mercato che Allegri, si diceva, non fosse stato in grado di valorizzare. Huijsen è in mezzo a due scambi, Iling verso l’Inghilterra, Miretti in prestito, Fagioli considerato una riserva. Barrenechea sacrificabile per avere Di Lorenzo e Soulè in vendita al migliore offerente. Motta vuole Calafiori, valutato dal Bologna 50 dobloni, Zirkzee 40 più le commissioni, davanti Koopmeiners che ne vale 65 e sulla mediana Douglas Luiz, pure lui 65. Per non parlare di Chiesa mal utilizzato da Max e Vlahovic che non godeva di un gioco ideale per lui. I ben informati parlano di Thiago che non saprebbe cosa farsene di Chiesa e di Dusan che non sarebbe il suo centravanti ideale.
Io ero tra i pochi che sosteneva il nostro problema principale non fosse l’allenatore ma la squadra non competitiva. Mi è stato risposto che Giuntoli con il cambio del tecnico avrebbe risolto con Motta, giovane e propositivo in grado di valorizzare e sfruttare una buona squadra. Il racconto del mercato parla esattamente del contrario: Thiago Motta vuole giocatori forti. Meglio se esperti, in grado di farlo vincere subito. Dobbiamo essere contenti di questa nuova visione. La Juventus con un nuovo allenatore ma con la vecchia squadra non avrebbe avuto chance di competere per lo scudo. Con questo stravolgimento, probabilmente sì.
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