Il lavoro di Giuntoli non è ancora finito: ora tocca allo spogliatoio. Vi spiego i principi che verranno trasferiti a Motta e ai giocatori...

Il lavoro di Giuntoli non è ancora finito: ora tocca allo spogliatoio. Vi spiego i principi che verranno trasferiti a Motta e ai giocatori...TUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 11 settembre 2024, 18:15Editoriale
di Vincenzo Marangio

Il lavoro di Cristiano Giuntoli non è ancora finito. Questa volta non si tratta di mercato, il profondo restyling annunciato al quale in tanti non credevano è ormai ai titoli di coda: rosa completamente (o quasi) ristrutturata e cessioni (l'ultima quella di Kostic) portate a termine. Di fatto resterebbe da risolvere soltanto la "questione Arthur", un'inezia se si pensa ai tanti fuori rosa che sono passati da problema a risorse per la Juventus che ora può contare su una rosa più competitiva e pronta per una stagione di impegni delicati e, soprattutto, per il definitivo salto di qualità. Questa è già una rosa che può vincere lo scudetto? Obbligata no, candidata alla vittoria finale sicuramente si. Ma non era neanche tanto questo il piano del buon Cristiano quanto quello di gettare importanti basi per l'apertura di un ciclo di vittorie perché alla Juventus si ragiona storicamente così: la vittoria più importante è la prossima, uno scudetto isolato non ha grosso valore se non apre le porte ad un dominio. Chi conosce bene la storia della Juventus, e quindi il suo dna, lo sa bene.

Ed è qui che comincia la seconda parte del lavoro di Cristiano Giuntoli. La struttura portante adesso c'è, tra colpi di scena, intuizioni vincenti e, soprattutto, smantellamento di una base fallace adesso bisogna inculcare lo spirito di gruppo, la propensione al sacrificio, l'abitudine a ragionare per il collettivo e non a testa bassa per il proprio tornaconto. Adesso c'è da lavorare nello spogliatoio, inculcare la mentalità vincente in chi non ce l'ha, preparare la reazione ai momenti difficili, monitorare gli investimenti e pensare sin da ora agli innesti futuri intuendo cosa manca e cosa è propedeutico alla definitiva consacrazione. Gran parte del lavoro spetterà a Motta, anche lui figlio di una scelta ben precisa del responsabile dell'area sportiva, che dovrà spiegare cosa si intende per spirito di sacrificio, quali sono i dettagli da curare, quali sono le paludi dalle quali tenersi alla larga e nelle quali non cadere. 

Con la nuova formula della Champions saranno, di fatto, due stagioni in una: un campionato in Italia e un altro in Europa. Con livelli di difficoltà diversi, motivazioni diverse ma con l'esigenza di affrontare ogni singola gara, senza fare conti, al massimo delle potenzialità. Per tornare a puntare agli obiettivi massimi, la Juventus deve tirarsi fuori dalle griglie, previsioni e soprattutto dagli assilli. La vittoria continua ad essere l'unica cosa che conta, ma l'obiettivo deve essere centrato con pazienza, strategia e intelligenza. Chi mi conosce è a conoscenza della grande stima che ho avuto in Allegri, ma i suoi principi e le sue scelte ormai erano lontane dalla formula vincente nel calcio moderno. Scegliere di puntare su giocatori fatti e finiti come Di Maria, Ronaldo o a gregari come Paredes (e semmai fosse venuto, Bonaventura) non è più un'equazione vincente. Non serve più il campione affermato che si accende e spegne, serve il campione affamato che ha voglia di salire sul treno che aspettava da tempo. Serve il coraggio di scegliere Cabal per sostituire Alex Sandro o quello di un modulo offensivo puntando sullo spirito di sacrificio (che va anche allenato) da parte di tutti. Ecco perché mi brillano gli occhi quando sento giocatori come Douglas Luiz e Koopmeiners ricordare che hanno saputo fare anche i difensori, sentire che sia loro che Thuram non sono ossessionati dalla voglia di far gol quanto dalla necessità di aiutare la squadra a segnare. E sono certo anche che quando Vlahovic si sarà tolto di dosse l'ossessione del gol, poi le reti arriveranno a grappoli.

Questa è la fase due del lavoro di Cristiano Giuntoli: dare l'anima giusta al nuovo corpo della Juventus. Ci riuscirà? Scommetto di si, purché non crediate che questo significa necessariamente vincere il prossimo scudetto. L'obiettivo è molto più importante e le cose straordinarie riescono, e arrivano, solo a chi sa aspettare....