Lecce-Juve 1986, l'ultima del Trap che consegna il ventiduesimo Scudetto ai bianconeri
Ci sono sfide che nella storia di un club sono speciali. E quella del 27 aprile 1986 lo è davvero. E' l'ultima giornata di campionato, la Juventus è reduce da un girone di ritorno in cui ha subìto la rimonta della Roma dell'ex Boniek comandata da un giovane Sven Goran Eriksson. A una giornata dal termine, il Lecce è all'ultimo posto della classifica e la Serie B ormai è una certezza. I salentini però salgono all'Olimpico per far visita alla Roma e compiono il miracolo di battere i padroni di casa. In contemporanea la squadra di Giovanni Trapattoni se la vede contro il Milan di Liedholm, alla ricerca di un posto Uefa. E' Laudrup a decidere la sfida, che porta al sorpasso bianconero.
Ma all'ultima di campionato per la Juventus c'è proprio quel Lecce che ha battuto i giallorossi. Allo stadio Via del Mare però non è una partita semplice. Dopo un primo tempo senza emozioni è Mauro al 69' ad aprire le danze, con il Lecce che però trova il pari al 73' con Miceli. Ci pensa Cabrini 6' dopo a riportare i bianconeri avanti ma è Aldo Serena all'85' a mettere il sigillo sulla sfida, che poi vede la rete della bandiera di Di Chiara un minuto dopo.
Per la Juve è il ventiduesimo Scudetto, con il Trap che dice addio al club bianconero dopo dieci anni con questo trionfo. Trap che a fine gara poi confesserà: "Negli spogliatoi ho stretto tutti in un abbraccio, che va molto al di là dell’entusiasmo che in circostanze del genere rappresenta la prassi. Se lo Scudetto dei cinquantuno punti è stato il più sofferto, quelli ottenuti nell’81 e nell’82 mi sembrano i più belli. Ma poiché giornalisticamente sono proprio le immagini conclusive quelle che meglio si mettono a fuoco nella mente, questo ventiduesimo titolo della storia bianconera è tra i più piacevoli. La soddisfazione che in questi momenti orienta il mio pensiero deriva dall’aver conquistato un titolo partendo con i pronostici assolutamente sfavorevoli". Mentre Giampiero Boniperti, al suo quattordicesimo scudetto (cinque da giocatore, nove da presidente) disse: "Si tratta di un titolo sofferto sino in fondo, anche per l’atmosfera calda che si è subito instaurata in campo. È stata una partita nervosa, almeno per quello che ho visto io. Il pubblico è stato però magnifico".
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