Juventus-Inter e quel 9-1 del 10 giugno 1961 che cambiò tutto tra le due rivali
Juventus-Inter è stata, è e non sarà mai una partita come le altre. E' una sfida tra due club che non potranno mai essere amici, tra due filosofie che si scontrano, non trovando mai una base per un dialogo. Due opposti che fanno scintille, sempre, ogni volta che si incontrano. E tutto ha una data precisa: 10 giugno 1961.
L'Inter ha vinto 2-0 all'andata a San Siro e al ritorno c’è molta aspettativa per questa sfida, anche perché i nerazzurri di Helenio Herrera sono in calo. Il 16 aprile il Cominale è talmente pieno che alcune persone sono costrette a sedersi sulla pista d'atletica, vicino al campo. Ed è per questo che dopo circa mezzora di gioco, l'arbitro sospende il match. Questioni di ordine pubblico e, regolamento alla mano, la vittoria viene data a tavolino alla squadra ospite per 0-2. La Juventus fa ricorso al Caf e ottiene che la partita venga rigiocata. Peccato che la decisione arrivi il 3 giugno, poco prima della fine del campionato e che il n.1 della Federcalcio sia Umberto Agnelli. Apriti cielo.
L'Inter subisce il contraccolpo, perde a Catania 2-0 e il 10 giugno al rematch contro la Juventus decide per una mossa clamorosa: il presidente Moratti, d'accordo con Herrera, decide di mandare in campo le giovanili per protesta. Da una parte c’è un giovanissimo Sandro Mazzola, che al mattino ha sostenuto gli esami di ragioneria, dall'altra dei campioni come Sivori e Charles. E proprio Sivori sarà il mattatore di quello storico 9-1 con sei gol.
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