La Fondazione JB contro Gazzetta: "Mai inviati audio di Lautaro alla Procura"

La Fondazione JB contro Gazzetta: "Mai inviati audio di Lautaro alla Procura"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 16:54Altre notizie
di Alessio Tufano

La Fondazione Jdentità Bianconera espone oggi attraverso una nota che riproponiamo di seguito, la propria posizione in merito alla ricostruzione apparsa sulla Gazzetta dello Sport dei rapporti intercorsi tra la FJB e la Procura Federale riguardo la presunta bestemmia proferita da Lautaro Martinez a margine di Juventus-Inter.

Sabato 1 marzo, su La Gazzetta dello Sport, viene pubblicato l’articolo, firmato dalla giornalista Elisabetta Esposito, dal titolo: “Lautaro, Cambiaso e le bestemmie: casi simili, esiti diversi. Ecco perché”.
Dopo aver dato atto delle due vicende occorse in campo, la giornalista, in un paragrafo sottotitolato “I FATTI” (sic!) sostiene: “da quanto ricostruito la Procura federale ha avviato l’indagine dopo una denuncia di terzi (si parla di un’associazione di tifosi juventini), a cui erano allegati dei video con l’audio della tanto discussa bestemmia. In casi come questo la Procura Figc ha l’obbligo di aprire un procedimento, per accertare se i video siano reali e non fake (con i programmi di intelligenza artificiale di oggi, non è un’ipotesi così remota) e dunque se sia stato commesso un illecito”.
Ovviamente, siffatta ricostruzione, uscita sul più importante quotidiano sportivo nazionale e sui suoi social, ha suscitato una pletora di reazioni, non solo da parte di autorevoli commentatori e giornalisti (si pensi agli interventi di Ravezzani, di Pistocchi…), ma soprattutto, tutte “scomposte” (una vera e propria “shit storm”) da parte di tifosi nerazzurri sulle varie piattaforme, per concludere con le dichiarazioni fatte dal Presidente nerazzurro Beppe Marotta nel pre-partita di Napoli Inter, che riportiamo quasi integralmente: “Lautaro? Non ne avrei parlato ma rispondo: siamo in una situazione stucchevole, sembra abbia commesso chissà quale crimine, io credo alla sua versione, che non ha profferito alcun tipo di insulto. Da uomo di calcio rispetto le autorità e affronteremo l’iter nel migliore dei modi con grande collaborazione. Rimane anacronistico che questo è partito da un esposto di … tali… tifosi, non so bene, se la Procura dovesse lavorare su esposti che riceve, servirebbero centinaia di uomini a disposizione. Io credo al nostro capitano”.

Viste queste premesse, è doverosa una presa di posizione da parte del sottoscritto, quale responsabile del Team Legale della Fondazione, che interviene anche a nome della stessa.
In data 17 febbraio, abbiamo inviato alla Procura Federale una segnalazione, sottoscritta dal nostro Collega Andrea Pietropaoli, avente ad oggetto la condotta del capitano della FC Internazionale Milano Lautaro Martinez, ripresa dalle telecamere dopo il fischio finale di Juve Inter, disputata domenica 16. Alla suddetta segnalazione non veniva allegato alcun audio! Ovviamente la Fondazione non è in possesso dell’audio che proverebbe senza ombra di dubbio le esatte parole pronunciate dal centravanti nerazzurro: non siamo i broadcaster ufficiali dell’evento; non abbiamo “talpe” a DAZN (rivendichiamo persino, con orgoglio, di averne disdettato l’abbonamento, figuriamoci se ci potrebbero mai passare del materiale così scottante!); non siamo collegati direttamente alla Juve (e, pertanto, non abbiamo accesso al materiale eventualmente captato dai microfoni presenti a bordo campo: l’Allianz Stadium è uno degli stadi più tecnologicamente avanzati in proposito, basti pensare ai DASPO dati ai tifosi che hanno profferito insulti contenenti discriminazioni territoriali, captati dalla suddetta avanzatissima strumentazione).
Pertanto, siamo rimasti basiti dalla ricostruzione fatta dalla giornalista della Gazzetta e presa per buona, acriticamente, da molti professionisti del settore, con tutte le nefaste conseguenze all’immagine della Fondazione e dei professionisti con la quale collabora. E’ così che si fa giornalismo in Italia?
Come mai la sig.ra Esposito non si è presa la briga di verificare la ricostruzione che le hanno fornito (Chi? A quale scopo?)? Bastava alzare il telefono o mandare una mail alla Fondazione Jdentità Bianconera, oppure compulsare il nostro sito o i nostri social, dove si è trattato ampiamente della nostra iniziativa e dove non si fa alcun cenno ad un audio in nostro possesso di tale rilevanza.
Come mai la giornalista, poi, non ci cita esplicitamente, ma “si parla di un’associazione di tifosi juventini”? Come mai, soprattutto, si adombra il fatto che noi potremmo aver addirittura costruito il famigerato audio con l’Intelligenza Artificiale, spostando il focus dell’articolo, dall’eventuale illecito commesso da Lautaro Martinez, ad uno ipoteticamente ben più grave commesso dalla Fondazione (“per accertare se i video siano reali e non fake (con i programmi di intelligenza artificiale di oggi, non è un’ipotesi così remota) e dunque se sia stato commesso un illecito”)?

Tali allusioni, di una gravità inaudita – visto che andrebbero a coinvolgere professionisti che, nella vita di tutti i giorni, sono avvocati e mai si sognerebbero di precostituire prove false a suffragio delle proprie tesi – hanno creato e stanno creando un danno incalcolabile alla reputazione dei soggetti coinvolti e sono state lanciate con una superficialità disarmante.
Non ci stupiamo, a questo punto, di leggere che l’Italia occupi posizioni ben lontane dalla vetta nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa.
Il fatto, poi, che la Gazzetta dello Sport sia uno dei partner ufficiali dell’Internazionale, non giustifica di certo un simile atteggiamento: piuttosto, ci sembrerebbe doveroso che la stessa lo segnalasse prima di ogni articolo nel quale parla dell’Inter (così si giustificherebbero certe prese di posizione ed interpretazioni del regolamento, altrimenti inspiegabili).
Nulla di nuovo sotto il sole: ai primi del 900, uno dei più grandi statisti del nostro paese, Giovanni Giolitti, amava ricordare come: “la legge, per gli amici si interpreta, per i nemici si applica!”
Merita, inoltre, una ferma presa di posizione anche l’attacco indirettamente subito dalla Fondazione dal Presidente Marotta nel pre-partita di Napoli Inter.
Il massimo dirigente nerazzurro, che non ci cita esplicitamente, al fine, forse, di non legittimare la nostra iniziativa, con evidente protervia e saccenza, parla di situazioni “stucchevoli”, di iniziative anacronistiche, in merito al fatto che “questo è partito da un esposto di … tali… tifosi, non so bene, se la Procura dovesse lavorare su esposti che riceve, servirebbero centinaia di uomini a disposizione”.
L’affermazione del predetto pare innanzitutto sottendere una sottovalutazione delle norme federali, posto che l’art. 118, norma che la Procura Federale ha attentamente applicato, prevede che “Il Procuratore federale prende notizia degli illeciti di propria iniziativa e riceve le notizie presentate o comunque pervenute, purché non in forma anonima o priva della compiuta identificazione del denunciante”.
La Procura Federale, quindi, contrariamente alle illazioni del presidente Marotta, ha preso doverosamente in esame la notizia del presunto illecito non solo perché argomentativamente supportata, ma perché segnalata da un soggetto giuridico ben identificato che, anche in questa occasione, ha pubblicamente manifestato la propria identità senza timore alcuno!
L’affermazione del Presidente Marotta, se già solo da un punto di vista meramente giuridico si pone in conflitto con l’Ordinamento, perplime per lo sprezzo che sembra sottendere, non solo nei confronti di una iniziativa assolutamente legittima (per la fondatezza della stessa ci si rimetterà al doveroso vaglio dell’Organo Inquirente prima e Decidente, se l’incolpato verrà rinviato a giudizio, poi), ma proprio perché fatta da “tifosi”.
Forse che NOI TIFOSI non abbiamo il diritto di renderci promotori di iniziative a tutela delle “regole del gioco”?
Forse che NOI TIFOSI dobbiamo essere passivi di fronte a quelle che riteniamo delle evidenti ingiustizie?
Noi tifosi non siamo semplici clienti! Lo ricordava anche il Presidente del Senato, allorquando recentemente, ci teneva a sottolineare pubblicamente che nel calcio sono importanti i sentimenti dei tifosi e le loro emozioni (che dovrebbero valere addirittura nella redazione e valutazione dei bilanci, sic!).
Senza i tifosi, la loro passione, i loro soldi, non esisterebbe il Calcio come è vissuto oggi: non esisterebbero neppure gli straordinari emolumenti di cui godono dirigenti, giocatori e procuratori vari! Noi tifosi meritiamo rispetto!
La Fondazione Jdentità Bianconera è nata per questo!
Non solo per difendere i diritti dei tifosi bianconeri, ma per pretendere il rispetto delle stesse regole del gioco e l’eguaglianza nell’applicazione delle norme e nel trattamento, essendo intollerabile la totale assenza di par condicio che pervade la Giustizia Sportiva.
L’apertura delle indagini su iniziativa della FONDAZIONE, ed il clamore che ne è derivato, è la dimostrazione che sono giuste le nostre Battaglie!
Non è difatti tollerabile che la Procura Federale abbia dovuto attendere la nostra AZIONE, fondata su elementi e dati probatori che la stessa avrebbe potuto acquisire di propria iniziativa, in forza degli strumenti e mezzi a propria disposizione.
Abbiamo evitato un’ennesima ingiustizia!
Questo è il vero punto, non sono solo i tifosi juventini a lamentarsi della mancanza di pari trattamento.
Difatti le nostre iniziative hanno ricevuto il sostegno anche da parte delle tifoserie di altre squadre: milanisti, sampdoriani, financo napoletani si sono addirittura iscritti alla Fondazione per dare forza alle nostre battaglie!
E’ ora che i media ne prendano atto!
Ci aspettiamo che, a seguito di questo comunicato, La Gazzetta dello Sport e chi le ha dato risalto, vogliano rettificare le vergognose allusioni fatte alla Fondazione ed ai professionisti con la quale collabora, porgendo le doverose scuse in merito.
Se così non fosse, ci riserviamo di tutelare la nostra immagine nelle sedi che riterremo più opportune.

 

Michele Patrisso