Sulla Juve si abbatte la dura legge del calcio e non solo
Nel calcio esiste una legge non scritta e questa vola a subirla è la Juve: gol sbagliato, gol subito. In realtà, rispetto al primo caso, bisognerebbe parlare al plurale. Negli nocchi di tutti resta giustamente la clamorosa occasione fallita da Vlahovic nella ripresa e che probabilmente avrebbe chiuso il discorso se fosse stata concretizzata. Non va dimenticato però Koopmeiners in un paio di circostanze favorevoli nel corso del primo tempo: in una bravo il portiere, ma si poteva fare di più, nell'altra l'olandese spara alto. In sintesi, se le gare non le chiudi, rischi quanto meno di non vincerle. La vecchia regola punisce i bianconeri che collezionano il quarto pareggio in campionato, terzo casalingo. Lo Stadium, un tempo fortino inespugnabile, in questo campionato sta diventando un simbolico mister X. Attenzione però a non mettere sullo stesso piano le gare. Contro il Cagliari sono stati ben 21 i tiri, i cui 9 nello specchio, due di quest'ultimi classificabili come grandi occasioni da gol. Insomma il 74% di possesso palla finalmente è stato produttivo.
Nelle tre precedenti partite chiuse a reti bianche (Roma, ad Empoli e Napoli), la Juve aveva prodotto poco, o niente. Spesso regalando i primi tempi, ma in generale con una sterilità offensiva nell'arco di tutto il match. Contro il Cagliari si è fatto un passo avanti sotto un certo aspetto, tornando però all'antico sulla mancanza di cinismo davanti al portiere. Mettere sul banco degli imputati Vlahovic è fin troppo facile in questa occasione. Il serbo è passato dalle perle di Lipsia, all'errore imperdonabile di ieri. Della serie “croce e delizia”. La speranza è che Dusan non rientri in un loop negativo che l'ha tenuto a digiuno per un mese. Sarebbe deleterio, anche perché non ha un vice. Episodi arbitrali. In particolare inesistente il secondo giallo che ha portato all'espulsione di Conceicao nel finale. C'è poi una spinta in area ospite su Savona, quanto meno dubbi. Era sfuggito a molti, in particolare ad arbitro e Var. Siamo alle solite?
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