Analisi tattica Juventus-Atalanta: l’ennesima incapacità di reagire all’imprevisto

Analisi tattica Juventus-Atalanta: l’ennesima incapacità di reagire all’imprevisto
Ieri alle 00:46Primo piano
di Nerino Stravato

La peggior sconfitta casalinga dal 1967 della Juventus in serie A. Il distastro totale. Il fallimento del progetto. In questi giorni ne abbiamo sentite tante post sconfitta con la squadra di Gasperini. E non potrebbe essere altrimenti, dopo uno 0-4 casalingo. Eppure i bianconeri non avevano fatto male fino al calcio di rigore. L’1-4-2-3-1 disegnato da Motta fino al minuto 29 sembrava essere il vestito giusto per cercare di avere la meglio sui bergamaschi. Il fase di possesso la Juventus, seguita dalle marcature a uomo dei neroazzurri, quando venivano pressati forte in avanti cercavano di abbassarsi lasciando i Yildiz Mckennie Nico e Kolo Muani nell’1-1 cercando di sfruttare il lancio in avanti di Di Gregorio, che non veniva aggredito. Se l’Atalanta si abbassava con delle combinazioni veloci provava ad arrivare al tiro. Al settimo minuto forse la migliore occasione della Juventus: dopo una percussione di Thuram,  una combinazione a tre ( con Kolo Muani e Mckennie)porta alla conclusione proprio il francese, che dal limite calcia di poco alto. Al 18^ minuto forse la combinazione che meglio è riuscita ai bianconeri, di cui avevamo anche parlato in questa analisi(CLICCA QUI) . Thuram si abbassa in mezzo ai due centrali, serve Locatelli,in avanti che di prima spalle alla porta serve Kolo Muani all’altezza del centrocampo. Il francese sempre con un tocco di prima spalle alla porta, sempre sotto la marcatura a uomo di Hien,serve Mckennie che sullo scatto elude la marcatura di Djimsiti e si apre il campo arrivando in conduzione fino al limite dell’area di rigore. Li serve sulla corsa Weah che sbaglia a controllare e si porta il pallone verso l’esterno favorendo il recupero in scivolata di Zappacosta, sprecando un’ottima occasione. In fase di non possesso, la Juventus accetta l’uno contro uno nella metà campo avversaria, schierandosi più a zona quando lasciava salire l’Atalanta da dietro. La mossa più sofferta è lo schieramento di Cuadrado sul lato di Cambiaso, che spesso lo soffre nell’1 contro 1. Questo fino all’episodio del rigore, dove una volta andata sotto, la Juventus sparisce. E qui forse si possono individuare le colpe più grandi di squadra e allenatore. La fortuna aiuta i bianconeri ad andare al riposo solamente sotto di un gol. E ci si aspettava che la squadra rientrasse con un piglio diverso riorganizzata per cercare di recuperare lo svantaggio. Invece si scioglie come neve al sole sotto le fiammate della squadra bergamasca. Dopo nemmeno 50 secondi dall’inizio della ripresa arriva lo 0-2: Kelly sbaglia clamorosamente un passaggio in avanti che fa sviluppare l’azione che porta Lookman a calciare in area. Sulla respinta di Di Gregorio ci sono 8 uomini in area bianconeri, contro i 5 dell’Atalanta. Ma tra De Roon che va a calciare sulla respinta e il difendente più vicino ci sono almeno 3 metri! Non accettabile subire un gol così, non sicuramente dopo nemmeno un minuto di gioco dalla fine dell’intervallo. Da li in poi è un monologo atalantino, che ne fa altri due ma che ne potrebbe fare anche altri. Le sostituzioni di Motta non aggiungono nulla, anzi. L’ingresso di Koopmeiners quasi non si nota, e quello di Vlahovic, entrato sullo 0-3, serve solamente per regalare il quarto gol. La sua scivolata nel tentativo di allargare il gioco è di fantozziana memoria…

Il disastro è servito dunque. E purtroppo non è la prima volta che si è costretti ad utilizzare questa parola parlando della Juventus di questa stagione. Nonostante ciò, siamo ancora al quarto posto, e già da domenica a Firenze c’è bisogno di vincere per non far spegnere l’unico lumicino di speranza per salvare la stagione.