Quella strana sensazione tra soddisfazione e naso arricciato
Il pareggio del Villa Park è sicuramente un risultato importante, vista la penuria di pedine a disposizione del Mister bianconero. Gli infortuni hanno falcidiato la rosa della Juventus e lo 0-0 ottenuto in terra inglese va salutato con gradimento, viste tutte le difficoltà esistenti in questo momento, ma va altresì sottolineato che questa Juve non si aggiudica una partita dal derby della Mole del 9 novembre, quando poi il campionato fu stoppato per la sosta delle nazionali. Va lodato lo spirito di squadra, la voglia di sacrificarsi dei ragazzi, l’abnegazione e la dedizione del gruppo intero che si trova a giocarsi gare importanti come le ultime due, Milan e Aston Villa, sapendo di dover fare gli straordinari senza poter essere supportati da tanti compagni che popolano l’infermeria. Ci sono poi aspetti tecnico tattici che hanno trasformato la Vecchia Signora in una compagine solida che ha voglia di crescere secondo i binari tracciati da Thiago Motta: la difesa raramente prende gol e si sta dimostrando un vero e proprio muro inscalfibile, il centrocampo, con Locatelli e Thuram, sfoggia qualità, fisico, interdizione, corsa, e sa contrastare e proporsi in una formula alchemica che lo rende affidabile e spesso in spolvero. Tutti dettagli non da poco che dimostrano che, nonostante la drastica riduzione di alternative in tutti i reparti, Madama sta crescendo a piccoli passi e ha trovato delle certezze fisse. Certo, poi c’è il reparto offensivo che latita in zona gol, ma come ben sappiamo nel calcio moderno, tutti attaccano e tutti difendono, quindi l’assenza del gol e di creazione di azioni interessanti sotto porta, non dipendono unicamente da chi è deputato ad insaccare reti nelle porte avversarie.
Ma che l’assenza di Vlahovic pesi moltissimo è un dato stampigliato a fuoco vivo dalle statistiche che ci dicono che, senza il centravanti serbo, la Juve non riesce a trovare la via della realizzazione, ecco il motivo per cui Thiago Motta, sino allo stop fisico d Dusan, lo ha messo sempre in campo da titolarissimo. C’è un altro dato su cui riflettere, chi ha sostituito il numero 9 bianconero, sia a partita in corso che dall’inizio, non ha mai trovato il sentiero del gol, segno che Vlahovic ricopre una fondamentale importanza per l’economia di squadra e ha un peso specifico di rilievo la davanti; la speranza è che, nonostante le tante critiche ricevute, il ragazzo possa tornare al più presto, magari sin da domenica a Lecce, a guidare il reparto offensivo. Il tifoso, dando una scorsa alle 18 partite disputate in stagione dai ragazzi di Mister Motta, riconosce la bontà di certi numeri ma, giustamente, si pone alcuni interrogativi a riguardo di un bilancio sino ad ora positivo, ma che avrebbe potuto essere più efficace, e soprattutto più incisivo, in alcune gare che hanno lasciato il sottile retrogusto amarognolo, nelle considerazioni analitiche. La Juventus ha pareggiato la metà delle partite stagionali giocate, tra Italia e in Europa, ben 9 pari su 18 gare, non riuscendo ad affermarsi e a portare la posta piena in nessun big match del campionato, ma soprattutto traendo solo un punto per gara nelle sfide disputate contro Empoli, Cagliari e Parma. Tempo fa vittime designate, o quasi, per raccogliere bottini basilari, adatti a costruire la lunga corsa a tappe verso il tricolore. Un fattore questo che sicuramente fa storcere il naso a chi vorrebbe una Juve subito pronta e vincente.
Altro elemento statistico che deve far riflettere: Madama non ha trovato la via del gol in ben 6 sfide distribuite tra Champions e campionato, ovvero in un terzo delle partite giocate le maglie bianconere non sono riuscite a far male agli avversari: cifra che denota che c’è ancora molto da lavorare e tanti dettagli da affinare. Che la Juventus stia cercando una crescita definitiva appare lampante, crescita rallentata purtroppo da una caterva di infortuni, ora però servirà anzitutto recuperare un po’ alla volta chi è fuori e poi, ad organico completo o quasi, sferrare un attacco alle classifiche del campionato e della Champions, che vedono i ragazzi di Thiago in buona posizione, ma non certo nelle altissime sfere. Poi servirà un mercato adeguato a gennaio da parte di Giuntoli, per colmare le mancanze create dai gravi infortuni occorsi a Bremer e Cabal, pensando anche ad una valida alternativa in attacco, vista la prolungata convalescenza di Milik. La Juve sta rispondendo al meglio alla situazione di piena emergenza in corso, e questa cosa riscuote consensi tra i tifosi e i critici, ma serve tornare al più presto alla vittoria, sin da domenica a Lecce, in una gara che assume risvolti considerevoli, sia per eventuali recuperi, sia per riprendere il fil rouge e la confidenza con gare da tre punti. Soddisfazione o naso arricciato per prestazioni e risultati ottenuti, bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Ognuno ha le proprie personali sensazioni in questo difficile frangente attraversato, e in attesa di ritrovare una Juve al completo, non va dimenticato che passando attraverso momenti non brillantissimi e dannatamente complicati, si può e si deve crescere, forgiando unità di gruppo e carattere. Sviluppando quel senso da moschettieri del “tutti per uno, uno per tutti” che spesso diventa un mantra ferreo di chi vuol vincere, superando ogni tipo di ostacolo e avversità che si parano, improvvisamente, sul proprio cammino.
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