La Juve di Motta: quando la pazienza aiuta gli audaci

La Juve di Motta: quando la pazienza aiuta gli audaci
Ieri alle 11:30Primo piano
di Quintiliano Giampietro
La Juve di Motta sta palesando progressi, tanta pazienza del tecnico che dopo vari esperimenti pare abbia trovato una spina dorsale della squadra

La Juve di Motta è reduce da due vittorie consecutive in campionato, peraltro senza prendere gol. Segno evidente di una crescita sotto il profilo della solidità difensiva e dell'equilibrio. Rispetto alla prima in realtà è un ritorno al pre Cagliari, quando il muro bianconero era invalicabile, certificato da zero reti in sei giornate. C'era Bremer. In realtà subito dopo il grave infortunio del brasiliano, una sola rete incassata, contro il Cagliari su calcio di rigore. Poi la doppia sbandata con la porta violata per ben sei volte contro Inter (4) e Parma (2). Inaccettabile per Thiago, un tecnico per il quale la difesa viene prima di tutto. Infatti a Udine e nel Derby della Mole c'è stato un ritorno all'antico. Sono nove i clean sheet in 12 turni di Serie A, nessuno ha fatto meglio nei top campionati europei. I progressi vanno ascritti all'intesa sempre più evidente tra Gatti e Kalulu, alla crescita esponenziale di Cambiaso e anche ad un centrocampo più solido, con Locatellli e Thuram in questo titolari indiscussi del cuore della mediana.

La conferma per più di una gara di alcune pedine è il segreto del maggiore equilibrio della Juve. Sotto questo aspetto, la chiave è Koopmeiners. L'olandese non è ancora al meglio, ma è abile come raccordo tra i vari reparti. Quindi Motta sta “normalizzando” la squadra, rispetto a chi lo aveva già bollato come fenomeno per i cambi eccessivi di formazione. Magari il suo era solo un modo di sperimentare, prima di definire la classica spina dorsale. La parola pazienza scandisce il lavoro del tecnico italo-brasiliano. Ci sono alcuni giocatori emblematici. Per esempio Locatelli e Thuram. Diverse panchine, poi la titolarità, fino a diventare due punti fermi. Weah altro elemento rivitalizzato dalla cura Motta. Poi Yildiz. Il diciannovenne turco, in campionato 9 presenze da titolare su 12. Anche in un periodo non proprio eccelso, l'allenatore ha insisto con lui. Che ha ripagato la fiducia, con una crescita per esempio anche in fase di non possesso. Ora la Juve deve migliorare in fase offensiva e il gol contro il Torino può essere indicativo. In realtà serve una scossa di tutto il reparto offensivo. Vlahovic e company.