Forse bisogna chiedere scusa ad Allegri, ma senza dimenticare
Qualcuno la definisce rivincita di Allegri. In realtà la Juve sta facendo ciò che tutti si aspettavano sin dalla scorsa estate. Meglio tardi che mai. Una cosa è certa: fino ad un mese fa Max era nel mirino di tutti, complici le prestazioni inguardabili della squadra e una classifica deficitaria. L'uscita prematura dalla Champions, poi, ha acuito il sentimento critico verso il tecnico livornese. Il partito degli #Allegriout era tornato prepotentemente alla ribalta e fioccavano i nomi dei possibili sostituti. Meglio mandarlo via subito o aspettiamo la pausa per il primo vero bilancio? Questa la domanda più ricorrente. La risposta la dà Andrea Agnelli nell'immediata disfatta di Haifa. Il Presidente parla di vergogna, conferma l'allenatore fino a giugno e di fatto responsabilizza i giocatori.
Comunque sia, siamo arrivati alla sosta e la Juve è terza dopo sei vittorie consecutive senza incassare gol. Con soli 7 subiti, migliore difesa del campionato. L'onestà intellettuale imporrebbe di chiedere scusa ad Allegri. Giustamente criticato quando andava male, ma forse dato per bollito in modo troppo affrettato. La squadra ha palesato una crescita totale. La testa è più libera e inietta forza alle gambe, i bianconeri corrono e durano di più, rispetto ai venti minuti di autonomia di qualche tempo fa. Poi c'è l'aspetto tattico. La difesa è al limite dell'impenetrabile grazie soprattutto al trio brasiliano Danilo-Bremer-Alex Sandro, ma è il frutto di un maggiore equilibrio a centrocampo. Rabiot si è praticamente travestito da Pogba, trascinando i compagni e in generale la squadra. Locatelli ha reagito nel migliore dei modi ai tanti detrattori e a qualche punzecchiata di Allegri. Poi c'è Fagioli che si è guadagnato sul campo i gradoni di titolare, favorendo i colleghi di reparto con corsa e geometria, senza dimenticare i gol. Inimmaginabile fino a qualche settimana fa, quando era tenuto in soffitta. Cosa succederà con il ritorno di Pogba, Paredes e McKennie? Problema (si fa per dire) di Allegri.
Cuadrado sta dando qualche segnale di risveglio, ma è lontano dal Panita degli anni passati. Dall'altra parte invece c'è un Kostic formato Eintracht, uomo assist o quasi sempre presente nella azioni da rete. In attacco Vlahovic si blocca per la pubalgia, Milik si conferma attaccante/trequartista. Ma soprattutto esplode Kean, uno dei più bersagliati dalla critica nel momento di buio della Juve. Tre gol in quattro giorni per l'ex Everton e una condizione fisico/mentale invidiabile, grazie alla dieta attraverso cui ha perso 6 chili e alla fiducia di Allegri. Cosa succederà con il ritorno a pieno regime di Chiesa e Di Maria? Come sopra, problema (si fa per dire) di Allegri. La macchia per l'eliminazione prematura dalla Champions certo non si cancella e guai a dimenticarla, come del resto le prestazioni da bollino rosso di inizio stagione. La cronaca però racconta che a gennaio si ripartirà dal terzo posto solitario. Sono dieci i punti di distacco dalla vetta. Il Napoli pare irraggiungibile. Pare.
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