Chiave Koopmeiners: perché l'olandese è centrale nella Juve di Motta

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Ieri alle 11:45Primo piano
di Quintiliano Giampietro
Nella trasferta vincente della Juve a Udine, prima da titolare di Koopmeiners dopo l'infortunio: l'olandese è al centro del progetto di Motta

Se dovessimo guardare le statistiche della Juve di Motta ad Udine, forse non daremmo la sufficienza alla prestazione di Koopmeiners, prima da titolare ad un mese dall'infortunio. Un solo tiro, 38 tocchi, di cui uno in area avversaria, due duelli vinti, tra questi uno aereo, 23 i passaggi riusciti dei 26 totali. Ci si aspettava un impiego part-time, comunque ridotto visto che peraltro è sceso in campo con una speciale protezione per la costola fratturata e in via di guarigione. Invece Motta lo ha fatto giocare per tutto il tempo. Con questa spiegazione: “Non riesco a sostituirlo, è difficile. Fa stare meglio gli altri, ai quali trasmette quello che ha. È un giocatore speciale, diverso. Siamo contenti e fortunati ad averlo”. Dichiarazioni forti di un tecnico noto per mettere tutti sullo stesso piano.

Analizzando la sfida della Juve al Friuli, in effetti si vedeva come Koopmeiners tenesse bene il campo, si muovesse anche senza palla, favorendo i compagni. Una sorta di vigile urbano in grado di dirigere il traffico, liaison tra centrocampo e attacco. Il merito è anche di Teun se si è vista una squadra più equilibrata e compatta. Normalizzata. E lui al momento non ha una connotazione tattica ben definita. Parte trequartista dietro a Vlahovic, ma si vede spesso interno destro di centrocampo, con sprazzi di regia. Un giocatore completo, comunque un punto di riferimento per tutti. Sicuramente dovrà aggiustare la mira in fase realizzativa e in generale Koopmeiners non è ancora il giocatore ammirato a Bergamo. Del resto da inizio stagione, prima dell'infortunio è riuscito a giocare per intero solo sei gare, 4 in campionato, le restanti 2 in Champions. A proposito, domani c'è il Lille. Trasferta difficile, ma Motta può contare sulla sua chiave tattica.