De Nicola a RBN: “Motta tra i primi tre tecnici italiani. Koopmeiners a tutti costi. Chiesa? Via se è fuori dal progetto”
Giornata di vigilia per la Juve domani impegnata in casa del Norimberga nel primo test dell'era Thiago Motta. Intanto ieri grande entusiasmo nel ritiro tedesco, complice l'allenamento aperto al pubblico, tecnico e giocatori hanno firmato autografi ai tifosi presenti. Capitolo mercato, Soulé ormai è ad un passo dalla Roma dopo che la trattativa sembrava aver subito un rallentamento. Altro giovane in partenza Huijsen, ambito da diversi club esteri. Con l'incasso delle cessioni, Giuntoli potrà dare l'assalto definito a Koopmeiners, per il quale l'Atalanta si muove dalla richiesta di 60 milioni. Intanto da decidere il destino di Chiesa, come esterno d'attacco avanza il nome di Galeno, giocatore lusitano del Porto. Su di lui clausola rescissoria di 58 milioni, ma l'esigenza di vendere da parte del club di appartenenza, potrebbe ridurre di tanto la cifra. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve Nello De Nicola, responsabile delle giovanili bianconere ai tempi di Moggi.
De Nicola ricorda il suo periodo nella Juve: “Ero il responsabile dell'ultima Juve vincente, mi riferisco ai giovani. Abbiamo vinto lo scudetto. Rispetto alla prima squadra nel 2006 l'Italia ha vinto i Mondiali con ben 8 giocatori bianconeri titolari e 4 nella Francia, sconfitta dagli azzurri in finale” . Sul nuovo corso juventino targato Giuntoli-Motta: “Secondo me è stata intrapresa la via giusta. Parlando con Moggi, gli ho sempre detto che Thiago è tra i tre allenatori italiani più bravi: lo ha dimostrato al Genoa, allo Spezia e soprattutto lo scorso anno al Bologna. L'italo-brasiliano ripeto, è sul podio dei più preparati e i bianconeri hanno fatto bene ad ingaggiarlo. Giuntoli uno pochi direttori italiani bravi”. Rispetto alla Juve che vende i giovani: “Secondo me la Figc dovrebbe cambiare la norma sul numero di stranieri nei settori giovanili nelle Primavere, nelle prime squadre. Invito i tifosi a riflettere su quanti centravanti italiani ci sono nelle squadre più forti tipo Juve, Milan, Inter, Napoli, Roma. L'ultimo è Scamacca che è un ottimo giocatore, ma non all'altezza di quelli del passato. L'Italia era la patria rispetto a questo ruolo. Troppi stranieri. Nella Juve in questo momento non è sufficiente una mano per contare quanti giocatori ha del nostro Paese. Con Moggi quei talenti che stanno vendendo forse avrebbero fatto parte della squadra titolare”.
Nel podcast l'intervento integrale
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