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Caputi a RBN: “E' già la Juve di Motta. Lottare per lo scudetto un obbligo. Chiesa via? Contenti tutti”

Caputi a RBN: “E' già la Juve di Motta. Lottare per lo scudetto un obbligo. Chiesa via? Contenti tutti”  TUTTOmercatoWEB.com
venerdì 30 agosto 2024, 10:15Podcast
di Quintiliano Giampietro

Si chiude stasera il mercato. Salvo ribaltoni dell'ultima ora, pare ormai saltata l'ipotesi Sancho. E' comunque una sessione da voto altissimo e  lottare per lo scudetto secondo molti rappresenta un obbligo. Squadra rivoluzionata, centrocampo in primis, con gli arrivi di Thuram, Douglas Luiz e Koopmeiners. Intanto ottimo l'avvio di campionato con i netti successi contro Como e Verona, domenica sera per la squadra di Motta primo scontro diretto, allo Stadium contro la Roma di De Rossi. Intanto dall'urna di Montecarlo, queste le avversarie dei bianconeri nella nuova Champions League: Manchester City, Lipsia, Benfica, Bruges, Psv, Lille, Stoccarda e Aston Villa. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve il giornalista Massimo Caputi.

Diversi i pareri degli addetti ai lavori sul sorteggio di Champions riguardante la squadra di Motta: “Poteva andare meglio, ma anche peggio per la Juve. Basterebbe vedere le avversarie di altre squadre italiane, penso a quelle dell'Atalanta, del Milan. Mi pare abbiano ostacoli più difficili. Questa nuova Champions League dobbiamo ancora capirla. Noi ci soffermiamo su quelle che sono le avversarie con un blasone importante, ma secondo me bisogna pensare più ai risultati con le altre. Alla fine è una classifica particolare, alcune gare si giocano in casa, altre in trasferta, ma non esiste andata e ritorno. Quindi bisogna comprenderla bene, però non ritengo sia stato un sorteggio così negativo per la Juve. Siamo di capire come funzionerà e in che modo verrà assorbita questa nuova formula dalle squadre. Sul mercato: “Ottimo, a suon di soldi e colpi che elevano di molto il tasso tecnico della squadra in maniera importante, in qualche caso imponente. Avendo visto le prime due gare di campionato c'è ottimismo, in parte anche motivato, soprattutto perché Motta ha dato un'identità, un modo di stare in campo, insomma un'impronta già riconoscibile, la sua mano si vede”.

Nel podcast l'intervento integrale