Motta: "Parlo con proprietà, non tanto per. In una grande squadra ci deve essere competizione"
Nessuna critica ai suoi attaccanti. Quando si parla a caldo spesso capita di dire qualcosa nella maniera sbagliata, perchè il tuo cervello pensa una cosa, ma la bocca, nella fretta, può far uscire altro. E' successo a Thiago Motta dopo lo sciapo 0-0 di Brugge, dopo aver ripreso a suo dire,un gruppetto che a fine gennaio finalmente diventa folto. Kolo Muani è l'ultimo arrivato, ma a dare completezza al reparto è una situazione fisica finalmente ottimale (Milik a parte ovviamente). In conferenza stampa poco fa pre Napoli, il tecnico bianconero è proprio tornato sull'argomento: "Randal è arrivato, perchè pensiamo sia un giocatore di livello per la Juventus. Dopo Bruges ho richiamato i nostri attaccanti, ma non era una critica. Non mi sono mai permesso di criticare i miei giocatori. Ho richiamato i miei attaccanti perchè conosco il loro valore. Lo criticherei solo per l'atteggiamento, ma è stato impeccabile. Conosco il valore che hanno e so che hanno il potenziale per aiutare la squadra. Adesso abbiamo 7 attaccanti. Detto questo, so quanto sia difficile per loro, sono stato tanto dentro.
Parlo con proprietà, non parlo per parlare. So quanto sia difficile esprimersi al meglio, con tante cose al di là che possono dare momenti di difficoltà. Quando ho parlato di loro è stato perché so che hanno potenzialità per aiutare le squadra. Se andate a vedere tutte le interviste, non ho mai criticato un giocatore. Mai avuto ragioni per farlo. Da allenatore ci sono esigenze, anche verso me stesso, oggi allenando la Juve è esigenza quotidiana ottenere il risultato, ma non è stata una critica. Chi dice così si sbaglia. Conosco il valore dei giocatori e in questo caso degli attaccanti".
Ora quindi c'è competizione anche in un reparto dove non si è potuto andare oltre alla scelta del solo Vlahovic per colpa degli infortuni e dell'attesa continua nei confronti di Milik: "La cosa più difficile è lasciare un giocatore senza giocare e in tanti meritano di giocare, però ne posso mandare solo 11 in campo. Per me la concorrenza e la competizione in allenamento fanno crescere tantissimo. In una grande squadra è normale ed è molto normale che esista la concorrenza tra i nostri giocatori e che poi alla fine, con tante partite in più che abbiamo giocato e che dovremmo giocare, sicuramente questa concorrenza alzerà il livello sia in allenamento che dopo in partita. Perché quando uno gioca e gioca bene, l’altro per continuare e per accompagnare la squadra sicuramente deve migliorare e deve continuare a fare lo sforzo in più per poter seguire la squadra. Questo è il punto più importante per far crescere una squadra”.
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