Inchiesta infiltrazioni della malavita nelle curve: cosa rischiano Inter e Milan

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di Quintiliano Giampietro

Continua il lavoro della Procura di Milano in relazione all'inchiesta sulle infiltrazioni della malavita tra gli ultras delle curve di Inter e Milan. Finora sono 40 gli indagati, di cui 18 arrestati (16 in carcere e due ai domiciliari). Le accuse sono pesanti e di vario titolo: tra queste associazione per delinquere con l'aggravante mafiosa, estorsione, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, accesso abusivo a sistemi informatici, lesioni, percosse, rissa e resistenza a pubblico ufficiale. Al momento non ci sono indagati tra i tesserati dei due club che sarebbero parte lesa della vicenda, anche se non esiste una loro denuncia rispetto ai fatti.

La Procura di Milano ha comunque avviato un “procedimento di prevenzione” nei confronti di Inter e Milan. Le due società rischiano di finire in amministrazione giudiziaria (una sorta di amministrazione controllata), se non dovessero riuscire a dimostrare di non avere alcun legame che configuri forme di intimidazione o di assoggettamento nei confronti delle frange estreme del tifo organizzato. I due club si sono si sono resi immediatamente disponibili a collaborare con gli inquirenti. Sono emerse “alcune carenze organizzative” dell’Inter nella “gestione dei rapporti con la tifoseria”, scrivono i pm e per l’accesso allo stadio, giudicati “inefficaci”, con troppi ingressi di tifosi senza biglietto, intimidazioni agli steward. Inoltre, sono stati forniti tagliandi a persone legate alla criminalità, attraverso cui hanno guadagnato, rivendendoli a prezzi maggiorati per la finale di Champions League del 2023.