Anniversario Fortunato, Ravanelli: "Vivevamo in simbiosi. Sarebbe diventato il nuovo Cabrini"

Anniversario Fortunato, Ravanelli: "Vivevamo in simbiosi. Sarebbe diventato il nuovo Cabrini"TUTTOmercatoWEB.com
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di Fabiola Graziano

Nel giorno del 30esimo anniversario dalla scomparsa di Andrea Fortunato, l'ex calciatore della Juventus Fabrizio Ravanelli lo ha ricordato così sull'edizione odierna de La Stampa:

"Vegliò su di noi, quello scudetto è suo. Sarebbe diventato il nuovo Cabrini, era fortissimo. Il ricordo nel mio cuore è indelebile. Se chiudo gli occhi, ho sempre la stessa visione di Andrea, la sua immagine non si è mai sbiadita. Il nostro rapporto era eccezionale. Eravamo due giovani con una voglia incredibile di emergere e imporci nella Juve. Prima di ritrovarci a Torino, avevamo già vissuto insieme l'esperienza del militare, nella Compagnia Atleti di Napoli. Poi da quando era arrivato alla Juve, in pratica vivevamo in simbiosi, uscivamo spesso insieme anche con mia moglie e la sua fidanzata. Era un amico vero. Sapevamo che Andrea aveva sempre vegliato su di noi. Era stato davvero il nostro dodicesimo uomo in campo per tutta la stagione, quello scudetto era soprattutto suo. Non dimenticherò mai quando ci venne a trovare in ritiro prima di una partita con la Sampdoria. Era un esterno mancino fortissimo.

Aveva davanti a sé un grande futuro, poteva diventare il nuovo Cabrini: chi lo paragonava a lui non lo faceva solo per quella chioma al vento che lo accompagnava. Era già entrato nel giro della Nazionale. Era fortissimo, davvero. Dopo e durante la malattia, mi sono legato anche alla sua famiglia, al fratello Candido e alla sorella Paola, ai genitori Peppino e Lucia. Ma era facile volergli bene, per tutti era così. Avevo messo a disposizione un mio appartamento in quel momento libero per dare alla sua famiglia l'opportunità di stargli vicino, le cure si svolgevano a Perugia e ho cercato di farli sentire a casa come se fosse a Torino o Salerno. Ma non fu un gesto speciale, lo avrebbe fatto chiunque. Mi ha insegnato a non abbatterci mai, anche nei momenti difficilissimi. Ha lottato dal primo giorno contro la malattia e lo faceva anche quando non sapeva di averla, non si lamentava mai pur essendo debole. La sua storia è una lezione di vita a tutti quanti noi. La vita è una lotta continua, lui l'ha combattuta in maniera onesta, con grande dignità. Alla fine ha perso, ma gliel'ha resa dura alla malattia, non si è mai abbandonato allo scorrere degli eventi".