Pogba tra l'attesa del processo e la speranza di restare alla Juve

Pogba soffre e spera di restare alla Juventus. La data del processo per il caso di positività al testosterone dovrà essere ancora stabilità, si presume che l'udienza davanti al Tribunale Nazionale Antidoping ci sarà dopo il 15 febbraio. La Procura, come noto, lo scorso dicembre aveva chiesto il massimo della pena prevista per questi casi: 4 anni di squalifica. I legali del Polpo però faranno di tutto per invertire la rotta e ottenere una riduzione consistente. Il centrocampista si sente ancora un calciatore e soprattutto è consapevole di avere un debito nei confronti del club bianconero. Era stato ingaggiato due anni fa per riportare la Juve a primeggiare, invece tra infortuni e questione doping praticamente non si è mai visto. Sotto questo aspetto è lecito parlare di un autentico flop.

Pogba è fermo dal 11 settembre quando risultò positivo dopo la sfida contro l'Udinese del 20 agosto, nella quale peraltro rimase in panchina. Da allora è scattata la sospensione, stipendio al minimo sindacale e divieto di allenarsi con i compagni, lo fa nella palestra della sua abitazione. Qualche apparizione pubblica, vedi Gran Premio del Bahrain di Formula Uno, il Capodanno ad Abu Dhabi e gli immancabile viaggi a Miami. Proprio lì un suo amico medico gli consigliò di prendere l'integratore che poi lo ha inchiodato. Paul ha sempre detto di amare la Juve. Tuttosport rivela di un messaggio mandato ai suoi compagni tramite whatsapp dopo il blitz di Lecce, in cui si complimenta con loro e li carica in vista della sfida contro l'Inter del 4 febbraio. Su Pogba la tifoseria è divisa. Da un parte coloro che sognano un suo ritorno, dall'altra chi si sente tradito e chiede l'addio. Difficile fare previsioni, ma la posizione del Polpo è oggettivamente complicata. Nel caso in cui venisse confermata la squalifica (quasi certo), la Juve potrebbe chiedere la risoluzione del contratto, in base all'accordo collettivo tra Assocalciatori, Lega Calcio e Figc. Staremo a vedere.