Mancini: ''Motta? Non so cosa sia successo, se le cose non vanno è giusto che si prenda anche delle colpe''

Mancini: ''Motta? Non so cosa sia successo, se le cose non vanno è giusto che si prenda anche delle colpe''TUTTOmercatoWEB.com
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giovedì 27 marzo 2025, 22:15Primo piano
di Alessia Mingione
Roberto Mancini, intervenuto al margine di un evento, ha parlato dell'esonero di Thiago Motta e del suo accostamento alla Juventus

Durante il laboratorio 'Il giurista entra in campo' nel corso dell'Academic Gym con Guglielmo Stendardo alla LUISS, Roberto Mancini, ha trattato varie tematiche, tra cui l'accostamento alla Juventus a seguito dell'esonero di Thiago Motta.

JUVENTUS - ''Pazienza. Il mio futuro?  Vediamo quello che verrà, nel calcio può cambiare tutto dalla sera alla mattina. Bisogna saper scegliere. Motta? Non ho idea di cosa sia successo. Tutti incidono sulla propria squadra, poi a volte i risultati vengono o meno. Se le cose non vanno è giusto che si prenda anche delle colpe. Ma bisogna dare il tempo per incidere. In Italia se le cose non vanno l'allenatore viene messo subito in discussione. Un manager deve avere una visione, essere empatico con il club e riuscire a trasferire il proprio pensiero. Ma credo che se si punta su un allenatore bisogna concedergli tempo e supporto. Anche da parte dei dirigenti serve una visione, dal direttore sportivo ci si aspetta che compri giocatori. Nessuno riesce a vincere sempre, ma quando si perde credo sia importante rialzarsi subito".

SERIE A ED ESTERO - ''Ho lavorato in Inghilterra per quattro anni e arrivare a vincere facendo un buon percorso credo sia la cosa migliore. Il Manchester City mi chiese di vincere la Premier dopo 5 anni, la vinsi dopo 3 e poi le cose migliorarono ancora. Gli allenatori italiani erano e sono ancora molto avanti, ma alla fine se hai giocatori forti vinci altrimenti no". 

NAZIONALE - ''Abbiamo avuto decenni di giocatori incredibili, adesso è qualche anno che ce ne sono di meno. Troppi stranieri? Ai nostri tempi erano campioni e miglioravano i giovani, se si prendono stranieri che valgono poco meglio dare un'opportunità ai giovani italiani. La Nazionale per un allenatore è la cosa più importante, rappresenta l'apice della carriera oltre che un momento straordinario. L'Europeo è stata una cosa incredibile, sapevamo che non eravamo i più forti ma non è stato solo quel mese lì, è stato un percorso durato 3 o 4 anni. Io lo dissi appena arrivato che bisognava vincerlo, piano piano hanno iniziato a crederci tutti. Mondiale prima a noi o all'Arabia? Spero lo vinca prima l'Italia. Noi abbiamo una cultura calcistica neanche paragonabile, viviamo di calcio da sempre".

VIALLI - ''Vialli è stato un leader vero, in tutti i sensi. Un uomo straordinario, simpaticissimo, allegro, intelligente, colto. Siamo stati insieme nella nostra età più bella, è stato un fratello e un uomo straordinario soprattutto in quel mese dell'Europeo dove aveva grande peso sulla testa dei giocatori".